di Salvatore Martino

È da ieri che, sui social, circola con insistenza la notizia che Trenitalia abbia detto di no alla istituzione di un Frecciargento Sibari-Roma,

perché, a suo dire, non esistono ragioni commerciali valide per realizzare un collegamento del genere. Una brutta risposta che spiega, però, in maniera inequivocabile, che questa porzione di Paese, non essendo capace di garantire un aumento di profitti a Trenitalia, non ha diritto alla mobilità.  È una tesi preoccupante che spinge a pensare che questo territorio e la Calabria, non avendo, dal punto di vista economico, alcuna rilevanza a causa dei tantissimi problemi che vergognosamente continuano a mortificare la popolazione, non facciano più parte del registro nazionale, e che siano destinati a diventare terra di oltre confine. Se le cose stanno così, e se a breve sarà approvato il cosiddetto regionalismo differenziato, non sarà difficile immaginare che queste aree verranno, di fatto, considerate fuori dalla comunità nazionale e messe in condizione di non costituire problema per le altre regioni. E l’unità del Paese, e la democrazia, e i diritti dei cittadini che fine hanno fatto?

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