di Salvatore Martino
Anche quest’anno, verso mezzanotte, festeggeremo il Natale, l’evento che ha cambiato il corso della storia e messo l’uomo nella condizione di porsi in una prospettiva di salvezza, perché Dio ha avuto fiducia in lui.
Per il cristiano, infatti, nascita di Gesù non è semplicemente la memoria di un evento avvenuto duemila anni fa, ma è il rinnovamento di una proposta di salvezza che è rivolta a ciascun essere umano, chiamato, anche questa volta senza se e senza ma, a cambiar vita, e a diventare segno della presenza di Dio su questa terra, perché Dio, incarnandosi, ha scelto di diventare come lui. Una verità davvero clamorosa e impegnativa per l’uomo credente che, in questi ultimi tempi, anziché mostrarsi fiducioso verso questa chiamata alla salvezza e verso i suoi simili, appare confuso, arrabbiato e incattivito contro tutto e tutti. La dimostrazione sta nel fatto che, in questa società, l’egoismo e le ingiustizie sono cresciuti a dismisura, mettendo in crisi ogni tipo di rapporto e di situazione. Sembra che egli non sia più in grado di riconoscersi umano, e i suoi gesti e i suoi comportamenti, anziché andare verso la ricomposizione dei rapporti, provocano malessere e conflitti di ogni tipo. Papa Francesco, in questa vigilia, ci invita al silenzio, alla meditazione e ci sollecita ad ascoltare la voce dell’amore che, anche quest’anno, ci suggerisce di aver fiducia in Dio e nei nostri simili. È infatti con essi che siamo chiamati ad andare avanti per costruire la nuova storia, alimentata dai valori della pace e della fratellanza. La speranza è che questo Natale non passi invano!