di Salvatore Martino
Una tragedia immane quella che si è consumata nel pomeriggio di ieri, nei pressi di Civita, fra le affascinanti e pericolose gole del Raganello.
Undici vite rubate alla vita in un vortice di fenomeni partoriti dalla natura e dalla imprevidenza dell’uomo. Silenzio e rispetto per i morti, vicinanza e solidarietà alle famiglie delle vittime per un dolore improvviso e senza limiti. Anche stavolta i media non si sono smentiti; nel darne notizia, hanno fornito la misura del loro rispetto per la vita umana: il Tg 1 blocca il collegamento da Civita per dare notizia della vicenda di Asia Argento. Nel loro codice, il tema della vita viene dopo il gossip e la mondanità. Intanto, negli ultimi tempi, incidenti disgrazie e tragedie sembrano moltiplicarsi e intaccare la presunta sicurezza di cui l’uomo d’oggi si sente circondato. Ciò che accade ci suggerisce con sempre maggiore insistenza che i parametri da tenere presenti non sono sempre scritti, e che occorre riflettere seriamente sulla fragilità e sulla irripetibilità della vita. Essa non è una notizia ma un valore impagabile e unico che va difeso, tutelato e promosso nel rispetto del suo mistero.