"Genova si era svegliata sotto una pioggia pesante e compatta, che da queste parti non porta mai bene. Il boato che alle 11.50 del 14 agosto ha squarciato la città, ha cancellato tutto: il cedimento del Ponte Morandi ha sommerso il rumore dei tuoni, i clacson delle auto incolonnate nel traffico di Ferragosto, le mille voci di una città che ora guarda senza parole quello squarcio che si è aperto nel ventre di Sampierdarena. A poche centinaia di metri, verso il mare, c'è la zona dell'Italsider, dove c'era la cocheria e la gente apriva la finestra e toglieva la polvere di carbone".
 
di Salvatore Martino
 
Non è l’ora della polemica e nemmeno quella della strumentalizzazione. È l’ora del dolore e della solidarietà. Piangiamo le vittime innocenti di questa ennesima tragedia che si è consumata a Genova nella giornata di ieri, mentre tanta gente si apprestava a festeggiare questo Ferragosto 2018, inclusi coloro che passavano nel momento in cui il ponte Morandi stava inaspettatamente crollando. Un Ferragosto che doveva essere di gioia e di spensieratezza si è trasformato in una tragedia nazionale con tante famiglie che si sono viste improvvisamente private dei loro cari. È triste ed è terribile, allo stesso tempo, dire definitivamente addio, in una maniera così drammatica, a chi si era salutato qualche istante prima, o a chi, invece, si attendeva al rientro, con ansia mista a gioia, e non è più rientrato.

Se è vero che da ogni esperienza, anche dalla più brutta, bisogna trarre qualcosa di positivo, io credo che quanto è accaduto deve insegnare all’intera classe politica di questo Paese che, anziché litigare tutti i giorni e polemizzare su tutto, sia il caso di cominciare a ragionare sulle cose serie, sui problemi della gente, sulla sicurezza delle persone, di tutte le persone, e sul lavoro che non c’è, soprattutto, per i giovani.

 

(Foto: Immagine dell'Achiropita, la Madonna dipinta da mani non umane - Cattedrale di Rossano)

Noi che viviamo dall’altra parte della penisola rispetto a Genova e che, stamattina, avremmo preferito, come ogni anno, scambiarci gli auguri in onore della “nostra” Vergine Achiropita, a Lei, che conosce il dolore per avere visto morire suo figlio in croce, costernati, rivolgiamo il nostro pensiero e la nostra preghiera affinché trovi il modo di consolare e di stare vicino a questi fratelli così affranti e sconfitti da un dolore di cui non si può giustificare la ragione.

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