Nella foto: Armando De Rosis (copyright Alamy)
Fonte: Testimone consapevole - Il Serratore - pag. 200
Diario degli 80 giorni che hanno sconvolto Corigliano - Il Serratore n.87 Aprile 2007 - Di Enzo Viteritti
Questo che vi proponiamo è un diario un po' particolare di vicende amministrative, politiche e giudiziarie che sicuramente passeranno alla storia cittadina, e non solo, visto la rilevanza che esse hanno assunto:
Scriviamo alla fine del mese di aprile 2007 e Armando De Rosis è stato appena reintegrato nella carica di sindaco di Corigliano. Si appresta così, per la terza volta, a tentare di riprendere il lavoro cui lo hanno destinato i cittadini con il voto dell'11 giugno 2006. Vediamo come si è arrivati a questo punto. Dopo la seduta del consiglio comunale del 20 ottobre 2006, nel corso della quale il sindaco non aveva ottenuto i voti sufficienti per approvare il cosiddetto riequilibrio di bilancio, la vicenda amministrativa locale sembrava avviata su un percorso collaudato: scioglimento del consiglio, decadenza del sindaco, arrivo di un commissario, scelta dei candidati a sindaco, formazione delle liste, elezioni in primavera. Era già successo ben 41 volte nella storia amministrativa locale, per cui non si prevedevano variazioni di rilievo rispetto al consueto iter già sperimentato. Eppure, questa volta il meccanismo si è inceppato. L'ostinazione di una donna, l'esponente di destra Rosalba Ardito,
Nella Foto Rosalba Ardito
ha scardinato quello che sembrava un percorso ineluttabile. Facciamo un passo indietro e ritorniamo al 13 giugno 2006. Il centrosinistra sta ancora festeggiando la vittoria del sindaco De Rosis, quando Rosalba Ardito si accorge, con stupore e rabbia, di non essere tra i consiglieri proclamati eletti. Si era presentata con la lista "Alleanza per Corigliano", promossa da Giuseppe Geraci, ed era sicura di avercela fatta. In quella lista, infatti, dopo lo stesso Geraci, Pasquale Pellegrino e Giuseppe Pucci, doveva esserci lei, quarta eletta con 205 voti di preferenza, seguita da Luigi Rugna con 202 voti. E invece, il verbale definitivo delle elezioni, attribuendo 27 voti di preferenza a Luigi Rugna nella sezione 36 (e non i 2 voti effettivamente ottenuti) dava a quest'ultimo il quarto posto da consigliere, facendo scendere la Ardito al primo posto dei non eletti. Un errore clamoroso, attestato da altri verbali di sezione che certificavano con esattezza i voti dei due candidati in quella se zione, attribuendo il vantaggio senza ombra di dubbio alla Ardito. Ma l'errore non veniva rettificato dall'Ufficio elettorale centrale, e così alla Ardito non restava che la strada del ricorso al TAR della Calabria. Qualcosa nel frattempo però si incrinava nel rapporto politico ed umano tra Giuseppe Geraci e la stessa Ardito. Quest'ultima ha l'impressione che Geraci non si impegni a sufficienza per far valere il suo diritto a sedere tra i banchi del consiglio comunale, anche perchè Luigi Rugna è nipote dell'ex sindaco di Corigliano.
Nella foto Luigi Rugna
Geraci, da parte sua, ha deciso di adottare una strategia intransigente verso De Rosis, che - come si ricorderà - non aveva in consiglio la maggioranza necessaria. È convinto quindi che il sindaco cadrà entro pochissimi mesi ed il consiglio verrà sciolto. Perché quindi tanta agitazione da parte della Ardito? Sospetti reciproci ed incomprensioni portano allo scioglimento di un rapporto che sembrava solidissimo. In ogni caso il voto della Ardito, in quella rovente estate, non sembra decisivo. Il centrodestra, a parte la defezione del dott. Polentano, eletto nello schieramento guidato da Giorgio Aversente, sembra mantenersi compatto e quindi il destino di De Rosis appare segnato. A questo punto, mentre i due schieramenti di centrodestra e centrosinistra si fronteggiano senza trovare un accordo, si verifica la prima anomalia di questo complesso caso. Avviene infatti che il ricorso di Rosalba Ardito ha un inter giudiziario insolitamente lento. Il 31 luglio il TAR Calabria, che ha ricevuto il ricorso, dispone che la Prefettura di Cosenza effettui i dovuti accertamenti. Sembrano, per quello che abbiamo detto prima, accertamenti di una facilità estrema: bastava controllare i verbali di quella famigerata sezione. Ma la risposta della Prefettura, che arriva il successivo 10 ottobre, non chiarisce il caso, per cui lo stesso TAR si vede costretto il 18 dicembre ad una nuova ordinanza con cui dispone che la Prefettura di Cosenza compia nuove indagini. Queste si concludono il 15 gennaio ed attestano che Rosalba Ardito aveva ragione. Il Tar della Calabria nella seduta del 9 febbraio 2007 consacra questa · verità in maniera definitiva con apposita sentenza.
Nella foto l'avv. Oreste Morcavallo
Ci sono voluti ben otto mesi per accertare quello che era sotto gli occhi di tutti ed ovviamente la Prefettura di Cosenza ed il Tar Calabria non si sono scusati con la città di Corigliano per l'incredibile pasticcio causato dal loro ritardo. (Come del resto è avvenuto quando il Prefetto di Cosenza ha sollevato dall'incarico il primo commissario inviato a Corigliano, il dott. Carlo Ponte, sostituendolo senza alcun motivo apparente con il dott. Mario Gonzales, causando ritardi amministrativi in una situazione già compromessa e trattando Corigliano come l'ultimo dei paeselli calabresi!). Riprendiamo il nostro racconto. Il 9 febbraio Rosalba Ardito si trova finalmente eletta consigliere comunale in un organismo che è stato - nel frattempo- sciolto. Ma, attenzione, è stato sì dichiarato decaduto, ma in quella seduta del 20 ottobre il centrodestra ha prevalso per un solo voto, dopo il clamoroso gesto del dott. Franco Cirò che si dissociava dal suo schieramento. Rosalba Ardito, ormai in aperta rottura con la destra cittadina, non ci sta ad aver combattuto invano. Se lei fosse stata in consiglio, dichiara, avrebbe votato come Cirò e quindi il sindaco non sarebbe caduto. Non solo lo dichiara, lo mette nero su bianco e lo trasforma, con il suo avvocato Oreste Morcavallo, in un altro ricorso. Chiede al Tar Calabria che il consiglio comunale di Corigliano venga ripristinato, motivando il ricorso con il fatto incontrovertibile che lei aveva diritto di sedere tra quei banchi (come aveva dimostrato la sentenza Tar Calabria del 9 febbraio). E se lei fosse stata presente l'esito sarebbe stato diverso, proprio perché tutto si era giocato su un solo voto di scarto. Non ci sono precedenti in Italia di un organismo assembleare politico richiamato in vita dopo un decreto di scioglimento del Presidente della Repubblica. Ma l'avvocato Morcavallo ci crede e va avanti con decisione. Da notare che il gesto di Franco Cirò, che nella seduta del 20 ottobre sembrava solo "romantico" ed ininfluente ha avuto invece delle ripercussioni enormi, condizionando tutte le successive vicende. Intanto nel centrosinistra era avvenuto l'incredibile. Il sindaco che nel giugno del 2006, sconfiggendo Geraci al ballottaggio, aveva compiuto l'impresa di ribaltare una situazione già compromessa, era stato messo sostanzialmente da parte. Non gli era stata offerta, come era naturale, la candidatura per la nuova battaglia elettorale. I partiti si erano messi alla ricerca di una soluzione alternativa, mentre l'opinione pubblica di centrosinistra assisteva sconcertata e delusa ad un incredibile balletto attorno a nuovi nomi. I partiti del centrosinistra non avevano seguito la via maestra della chiarezza e della correttezza dei rapporti, stabilendo con il sindaco uscente De Rosis rigorose regole di comportamento e chiari punti programmatici per una stia (dovuta) ricandidatura, in modo da eliminare i motivi d'attrito che avevano caratterizzato la sua breve precedente esperienza amministrativa. In tal modo si erano infilati in un tunnel senza uscita. De Rosis diventava sempre più popolare, tanto da essere percepito come una vittima del sistema dei partiti, mentre questi ultimi da parte loro non riuscivano a trovare una candidatura alternativa... Questa è la situazione fino alla mattina di giovedì 21 marzo, quando comincia a diffondersi in città un tam tam incredibile: Rosalba Ardito potrebbe vincere il suo ricorso al Tar! Nel pomeriggio la certezza. Arriva a Corigliano l'avvocato Oreste Morcavallo ed in una affollata conferenza stampa conferma le anticipazioni.
Il Tàr Calabria aveva dichiarato "sospeso" lo scioglimento del consiglio comunale di Corigliano. Armando De Rosis ritornava a fare il sindaco, la giunta rimaneva la stessa, il consiglio comunale era reintegrato e Rosalba Ardito avrebbe potuto prendere il posto di Luigi Rugna. Baci e abbracci nelle file del (miracolato) centrosinistra, che vedeva svanire l'incubo di una più che possibile sconfitta. Rosalba Ardito viene eletta a paladina della legalità violata, sindaco e assessori corrono a riprendere il loro posto. Una reazione un po' scomposta e poco prudente che provoca qualche malumore nell'opinione pubblica. Per procedere alla sostituzione tra Rugna e la Ardito viene convocato, per sabato 7 aprile, alla vigilia della domenica di Pasqua, il consiglio comunale che però non si può svolgere per mancanza del numero legale. Il centrodestra dimostra che la forza dei numeri è ancora dalla sua parte. Ma le sorprese non sono finite. Passano solo 14 giorni dal reingresso di De Rosis in municipio ed arriva la doccia fredda: la presidenza del Consiglio di Stato, per consentire a Corigliano di essere inserita tra i comuni in cui si voterà, emette un'ordinanza urgente con cui si sospende la sospensiva accordata dal Tar Calabria. Tutto ritorna come prima. Il commissario straordinario Gonzales riprende le sue funzioni. Gli assessori ritornano nuovamente a casa. Intanto la data fissata per le elezioni (27 e 28 maggio) è sempre più vicina. A questo punto per il centrosinistra dividersi ancora su De Rosis è impossibile. Si assiste, da parte di partiti e singoli esponenti politici, ad una imbarazzante serie di marce indietro. Anche lo stesso De Rosis fa la sua brava autocritica ed ammette di non avere capito le esigenze dei partiti, di non averli coinvolti, ect. ect. Si cerca di bruciare i tempi e di formare le liste per la competizione elettorale che a questo punto sembra inevitabile. Il 27 aprile, il giorno prima della data fissata come ultimativa per la presentazione delle liste, arriva il pronunciamento del Consiglio di Stato in seduta plenaria (ricordiamo che l'ordinanza della presidenza di questo organismo era stata adottata in via provvisoria ed urgente). L'avv. Oreste Morcavallo; nel corso di un'altra, ancora più affollata, conferenza stampa convocata a mezzogiorno del 28 aprile illustra la vittoria ottenuta presso la quarta sezione del Consiglio di Stato. Lo fa in modo puntiglioso, specificando che in giudizio si erano costituiti i capigruppo consiliari coriglianesi del centrodestra, la Presidenza della Repubblica, il Ministero dell'Interno, la Prefettura di Cosenza e anche Luigi Rugna, la cui contestata elezione in consiglio comunale aveva aperto l'intero caso. In pratica, i giudici avevano rigettato il ricorso presentato da costoro per ottenere il blocco della sospensiva con cui il Tar Calabria il 21 marzo aveva reintegrato di fatto De Rosis e la sua giunta. Non essendoci sospensiva per quel provvedimento, il sindaco, la giunta e il consiglio risultano ancora in carica. Protagonista assoluto della conferenza stampa è l'avv. Oreste Morcavallo, ormai popolarissimo in città. Per quei pochi che ancora non conoscono questo personaggio dal cognome noto (chi non ricorda lo zio Achille Morcavallo, "maestro di vita e di diritto"?), diremo che ha 58 anni e da 35 esercita con successo la professione forense, specializzato in diritto del lavoro e diritto amministrativo. Ha vinto cause che in Calabria sono celebri in quanto hanno coinvolto la Regione ed ha avuto momenti di notorietà in campo nazionale. Attualmente è anche assessore provinciale all'edilizia pubblica e scolastica. Morcavallo, euforico e combattivo, influenzato dal clima da stadio che pervade la sala, si lascia andare ad un piccolo comizio, ricordando le tante punture di spillo che gli erano arrivate da alcuni ambienti del centrodestra coriglianese e spingendosi fino a denunciare "pressioni psicologiche" per il suo ruolo di assessore provinciale. Si toglie, insomma, come sul dirsi, parecchi sassolini dalle scarpe, applaudito con autentica passione dal popolo di centrosinistra, che si è autoconvinto di aver assistito alla riparazione di un torto subito. Ma il centrosinistra quali torti ha subito? Se Rosalba Ardito fosse stata proclamata subito consigliere comunale, come suo diritto, Armando De Rosis e i suoi adesso sarebbero a casa e si preparerebbero alla campagna elettorale. Nello psicodramma che ha travolto la casa della libertà, il centrosinistra non ha avuto alcun ruolo. Anzi, ha fatto di tutto per distruggere il vantaggio che veniva acquisendo, gestendo nel modo peggiore la fase della scelta del candidato a sindaco. Insomma, bisognava raccogliersi in preghiera o fare qualche pellegrinaggio di devozione per "grazia ricevuta", altro che applausi e strette di mano e abbracci. Ma, incredibilmente, la sentenza illustrata da Morcavallo non sembra chiara al Prefetto di Cosenza e al Ministero dell'Interno. Seguono alcuni giorni di estrema confusione, con l'opinione pubblica sempre più indispettita per il vuoto istituzionale che paralizza la città. La campagna elettorale prosegue con affollati comizi, mentre il commissario Gonzales ed il sindaco De Rosis aspettano di conoscere il loro destino. Finalmente, nel pomeriggio dell'8 maggio arriva il responso: il consiglio comunale sarebbe stato reintegrato, De Rosis ritornava ad essere sindaco di Corigliano. E adesso? E' facile prevedere una valanga di ricorsi per quest'ultima decisione della Prefettura, mentre rimane l'appuntamento per il 25 maggio 2007, quando il Tar Calabria esaminerà nel merito il ricorso di Rosalba Ardito relativo all'annullamento dello scioglimento del consiglio comunale (finora infatti si è sempre proceduto per "sospensive" e provvedimenti provvisori). Comunque, noi qui ci fermiamo perché dobbiamo andare in stampa e vi diamo, come suol dirsi, appuntamento alla prossima puntata, lasciando nella penna (o nei tasti del computer) le sconsolate riflessioni che pur sarebbe doveroso fare sullo stato confusionale in cui versa quasi l'intera classe dirigente locale, e questa volta non solo per responsabilità proprie.