Foto tratta dal sito www.coriglianocal.it
Titolo di oggi: La Camera del Lavoro e le lotte contadine
La Camera del Lavoro - ubicata nel Palazzo Bianchi dell'Acquanova - fu, specie nel periodo 1949- 1952, il centro più attivo e tumultuoso della città. Era un continuo andirivieni di lavoratori, dalla mattina a tarda sera, e tutti erano ansiosi di sapere a che punto erano le assegnazioni delle quote della Riforma agraria dell'Opera Valorizzazione Sila.
Il Segretario della C.d.L, prof. Mario ludicissa, era allo stremo dello stress politico, attanagliato tra le pressanti sollecitazioni dei lavoratori orientati verso la piccola proprietà contadina e le altre pressanti insistenze dei dirigenti nazionali emiliani e toscani del Pci, che esortavano a non mollare ed a non assecondare le proposte di arcaiche impostazioni gestionali. Il Pci nazionale era orientato per la costituzione di grandi cooperative da gestire poi con la parallela collaborazione delle cooperative rosse del Nord. Portavoce di tale orientamento l'avv. Francesco Gallerano, che, per le sue idee di rinnovamento, fu pesantemente insultato e fischiato in una assemblea di candidati assegnatari. Per alcuni mesi portò avanti la proposta del Pci nazionale anche il prof. Manlio Rossi Doria, ma fece marcia indietro anche lui dopo i fatti di Melissa. Ormai, la gestione della riforma era nelle mani dei candidati assegnatari, che sventolavano la tessera della C.d.L come se fosse l'unico lasciapassare indiscutibile per il diritto alla terra ( Allora, primeggiava in assoluto solo questa tessera e nel Pci o nel Psi nessuno aveva osato mettere in giro tessere di partito. Ci aveva provato il socialista Antonio Pettinato e per questa temeraria sfida rischiò molto, anche in termini economici). Il prof. Mario ludicissa ed il prof. Giulio Spezzano, che avevano osato proporre la cancellazione di almeno 25 candidati assegnatari, perché artigiani o appartenenti a categorie non agricole, si convinsero che ormai avevano perduto ogni ascendente e che l'unica riforma possibile era quella di dividere gli oltre 1.300 ettari delle terre espropriate ai circa 750 contadini in lista. ( A Corigliano non si fecero più vedere gli onorevoli Fausto Gullo e Pietro Mancini, delusi per l'andamento della riforma, col rischio di polverizzare la proprietà agricola e di creare piccole ed asfittiche mini-aziende ). Nel 1952 la elezione a Sindaco del prof. Raffaele Amato sembrava avere imposto una radicale trasformazione del panorama politico locale, ma Amato, dopo otto mesi, fu costretto alle dimissioni e fu sostituito, nel mese di settembre del 1953, dal prof. Giulio Spezzano. Attuata la Riforma, il territorio di Corigliano divenne un immenso cantiere di lavori con un alto indice di occupazione. Poi, a lavori finiti, la disoccupazione ed il ritorno alle agitazioni sindacali. Ma gli avvenimenti della Riforma avevano lasciato dei segni indelebili nella dirigenza comunista e della C.d.L, per cui si ebbero presto clamorosi risvolti politici nello schieramento di sinistra.
GIUSEPPE FRANZE’