di Gennaro De Cicco
Con la partecipazione diretta alla Prima Edizione del Festival della Poesia Junpa a Kyoto, intestata alla sua figura, si è conclusa brillantemente l’esperienza giapponese del poeta / intellettuale calabrese Dante Maffia, molto apprezzato anche in terra nipponica.
La manifestazione, tenutasi dal 21 al 23 gennaio, presso la Casa della Comunità Internazionale, iniziata in prima mattinata con i saluti del Presidente dell’Associazione JUNPA, Taeko Uemura e una dettagliata relazione di Francesco Perri su “Chi è Dante Maffia”, è proseguita con i premi consegnati ai poeti vincitori: Ikuyo Yoshimura, Taeko Uemura e Kyoka Nakazawa da parte dell’ intellettuale calabrese, destinatario della denominazione del Premio Lettterario. Nel pomeriggio, invece, avvincente recital di haiku, con vari poeti giapponesi (Myokei Inaba,Yoshikazu Takenischie e Mariko Sumikura). Lo stesso Dante Maffia, che ha avuto molti riconoscimenti per “aver saputo rinnovare l’anima, il cuore e il sangue di questa tradizione poetica, che in Giappone dura da secoli”, ha declamato dei versi “haiku” in italiano (17 sillabe scandite in tre versi di 5, 7, 5 ciascuna). Nel corso del Festival è stato ricordata la figura del fondatore e primo presidente dell’Associazione JUNPA, Osamu Arima. La serata è stata allietata da un concerto per flauto, chitarra e violino dei musicisti Kishimoto Taro e Yoko Kumazawa, che hanno eseguito anche musiche italiane e napoletane. La giornata successiva è stata caratterizzata da una serie di incontri istituzionali fra l’illustre ospite, il Sindaco di Kyoto, Kadokawa Daisaku e il Governatore, Nisciwaki Takatoshi. Momenti storici eccezionali, suggellati dalla consegna delle rispettive bandiere. Il Festival della Poesia, patrocinato anche dall’Istituto Italiano di Cultura, ha riscosso un’enorme attenzione e un grande interesse per il numero considerevole degli “haiku” del poeta Dante Maffia, scritti con eleganza e precisione, senza ripetizioni. E con animo aperto sia alle suggestioni dei padri degli “haiku” e sia al suo passato di studioso dell’Utopia, seguace di Tommaso Campanella ed estimatore della sua inimitabile opera: “La città del sole”. Non era facile riconoscere a uno straniero il primato di autore di haiku, cioè poesia giapponese per eccellenza. Eppure è accaduto. A suggerire ai giapponesi l’ istituzione di un Premio specifico al poeta italiano, denominato: “Premio Dante Maffia”, sicuramente i tantissimi “haiku” scritti dal poeta calabrese, oltre sedicimila, pubblicati in 30 volumi, tradotti in giapponese dalla poetessa Mariko Sumikura. Fra le fonti d’ipirazioni: Kyoto, la Calabria, Matera, situazioni particolari come la guerra, il covid, l’amore ecc. La risonanza dell’evento ha catturato anche la stampa, come testimonia l’articolo apparso sul quotidiano giapponese “Sankei Shimbun” di Kyoto. I successivi giorni di permanenza in Giappone per Dante Maffia e per il suo fidato collaboratore Francesco Perri sono stati caratterizzati dalla visita della città di Kyoto, del meraviglioso Tempio d’Oro, molto suggestivo anche per l’abbondante nevicata che si è abbattuto nella città.