di Giulio Iudicissa

Dipendesse da me, comunicherei col vecchio strumento della lettera: foglietto, busta e francobollo. So, però, che non è più possibile. Me ne dispiaccio e poco importa, se passo per romantico di risulta, sul sedile di un calesse, mentre tutto intorno si corre Per una volta, comunque, torno a tradizione e - foglietto e busta alla mano - mi siedo allo scrittoio e scrivo una letterina a me stesso. E scrivo, scrivo, poi, concludo così, prendendo a prestito un verso di padre Davide M. Turoldo: “In questo slancio finale non cedere mio cuore alle sovrane stanchezze”.

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