di Giulio Iudicissa

Aveva attraversato l'oceano tante volte, anche da sola, ed ora, sempre bella e decorosa, pur nella sua invidiabile età, la mia bisnonna dirigeva la casa antica, godendo di rispetto e di affetto. Vissi con lei fino all'età di nove anni e mi piace poter conservare il suo ritratto. Non usciva. Del mondo aveva già visto tutto e le nuove del paese le apprendeva dalle quotidiane visite. Quando passava un corteo funebre, da uno spiraglio di finestra guardava, discreta, e pregava, ma non chiedeva chi fosse il defunto. Sospirava soltanto: “Ghè ra vita”. Poi, tornava pensierosa alla sua sedia impagliata. Dopo un po’ - come lo ricordo! - chiamava mia madre: “Ginice’, quant’anni avija?”. Mia madre aggiungeva almeno ‘dieci’ all’età di ‘mamamma’ e lei, tranquillizzata, sussurrava: “Allura, ppi mmia cci vo’.

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