Fonte: La Redazione

Rischiava, complessivamente, circa 30 anni di carcerazione per ben 8 dei reati contestati

- che vanno dal tentato omicidio, alla detenzione illegale di un corposo quantitativo di droga del tipo cocaina già suddivisa in tantissime dosi da utilizzare ai fini di spaccio, al porto abusivo di una pistola calibro 22 con colpo in canna e sei nel carrello, alla ricettazione di arma da fuoco quale provento di furto, alla detenzione illecita di numerosi proiettili e munizionamento di vario genere, alla resistenza aggravata a pubblico ufficiale verso più carabinieri per sottrarsi all’arresto per ben due volte sia in Corigliano-Rossano che in Roggiano Gravina, alla detenzione illegale di arma da fuoco, al danneggiamento aggravato dell’auto dei carabinieri sempre al fine di sottrarsi all’arresto - per il pregiudicato trentaseienne Elhani Yassine, di origine marocchina ma residente da molti anni nel comune di Corigliano-Rossano, volto noto alle forze dell’ordine per i trascorsi giudiziari. Elhani Yassin era stato tratto in arresto dai carabinieri che procedevano alle operazioni di ricerca - dandosi, pero’ prima, a precipitosa fuga tra i comuni di Corigliano-Rossano, San Marco Argentano e Roggiano Gravina- in flagranza di reato in data 26.2.2023 (l’uomo era già ricercato dalle forze dell’ordine già dal mese di dicembre 2022 ove era scappato ai controlli dei carabinieri ed aveva fatto perdere le proprie tracce ) a seguito della clamorosa vicenda di cui hanno parlato le cronache ed è attualmente detenuto presso il Carcere di Cosenza, poiché il Pubblico Ministero della Procura della Repubblica del Tribunale di Castrovillari aveva richiesto l’applicazione della misura cautelare carceraria poiché l’uomo era già ricercato da mesi dalle forze dell’ordine e quindi venne arrestato solamente a seguito di un laborioso lavoro di intercettazioni telefoniche che hanno permesso la sua individuazione. A seguito dell’arresto, che ha richiesto l’impiego di tantissimi carabinieri, provenienti da reparti e stazioni differenti , il pubblico ministero, essendo evidente la prova schiacciante di colpevolezza dell’uomo, chiedeva al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari l’emissione del decreto di giudizio immediato cosicché l’imputato compariva in aula col proprio difensore di fiducia , l’avvocato Giuseppe Vena , che avanza la richiesta di definire il giudizio nelle forme del rito abbreviato. Il pubblico ministero che sosteneva l’accusa , per la vicenda in esame, definendola nei fatti gravissima, ritenendo formata la prova della colpevolezza per tutti i reati contestati, chiedeva di affermare la responsabilità penale dell’uomo. L’avvocato Giuseppe Vena in sede di arringa difensiva, facendo un’articolata discussione , dava una lettura differente delle singole condotte addebitate al proprio assistito , facendo escludere tutte le aggravanti contestate , smontando e ridimensionando le accuse rivolte al proprio assistito. Il giudice nell’ emettere la sentenza escludeva tutte le contestate aggravanti per le singole fattispecie violate nonchè il reato di detenzione illegale di armi da fuoco ed assolveva l’imputato dall’accusa più grave ossia dal reato di tentato omicidio e quindi lo condannava solamente ad anni 4 e mesi 4 di reclusione.

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