«Dobbiamo capire quante persone siano state travolte da questa ondata di piena». Lo scenario descritto da Carlo Tansi a SkyTg24 non è rassicurante.

Non può esserlo, perché il direttore della Protezione civile regionale sa che non esiste una contabilità degli escursionisti che si trovavano sul percorso al momento della tragedia. Tecnicamente si parla di un’ondata di piena istantanea, partita dalla parte alta della montagna a causa delle piogge che avrebbero ingrossato il torrente. I residenti hanno sentito un boato, poi acqua e detriti hanno travolto tutto, arrivando a valle: il resto lo ha fatto la morfologia del fiume. «Una fenditura – spiega Tansi – riempita da quella scarica di acqua che ha travolto tutto. I corpi potrebbero anche essere stati trascinati a valle, verso il mare». È uno scenario tremendo, alimentato dall’incertezza sul numero di eventuali dispersi. 
Il problema è dato dal fatto che non è certo il numero delle persone che si trovavano nelle gole del Raganello un’area naturale protetta istituita meta di decine e decine di turisti quotidianamente che vi vanno a fare escursioni o rafting sul torrente. Sul posto stanno operando Vigili del fuoco, Soccorso alpino, carabinieri e Protezione civile regionale ma nessuno si sbilancia sul numero degli eventuali dispersi. Al momento, secondo quanto si è appreso, le persone individuate e recuperate dai soccorritori sono 12, tra cui un bambino portato in salvo dall’elicottero dei Vigili del fuoco e trasferito nell’ospedale di Cosenza per ipotermia. La Protezione civile sta inviando delle torri faro nelle Gole. Serviranno a illuminare la zona durante la notte per proseguire le ricerche di eventuali dispersi e dei corpi delle vittime della tragedia.

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