Secondo l’accusa, l’azienda sarebbe stata riconducibile a presunti esponenti del clan del cirotano che avrebbero imposto a ristoratori italiani residenti nel Paese nord europeo di rifornirsi di prodotti vinicoli.

 Il tribunale di Catanzaro ha disposto il dissequestro dell’impresa “Cav Antonio Malena 1949” disposto nell’ambito dell’inchiesta Stige coordinata dalla Direzione distrettuale di Catanzaro contro le cosche del crotonese. Il dissequestro è stato disposto in accoglimento della richiesta dei difensori di uno degli arrestati, Pasquale Malena – indagato per intestazione fittizia di beni – gli avvocati Fabrizio Gallo e Pietro Capoano. In particolare, secondo l’accusa, l’azienda sarebbe stata, di fatto, riconducibile a presunti esponenti del clan del cirotano che, grazie anche agli affiliati in Germania, avrebbero imposto a ristoratori italiani residenti nel Paese nord europeo di rifornirsi di prodotti vinicoli unicamente dall’azienda “Cav. Antonio Malena”. Il sequestro era stato disposto per la sproporzione tra i redditi ed il patrimonio di Pasquale Malena. Sproporzione non ravvisata dai giudici del Tribunale che hanno accolto il ricorso dell’indagato.

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