Giuseppe, il padre di Alfonso Curato, per mesi aveva portato avanti una protesta contro l’Anas a causa delle conseguenze negative sulla loro attività di generi alimentari e bar tabacchi per le decisioni di Anas sulla statale 534.

Sono finiti in manette per tentata estorsione, Giuseppe e Alfonso Curato, di 66 e 35 anni. I carabinieri di Castrovillari hanno eseguito ieri sera le due ordinanze e l’accusa è di tentata estorsione in concorso. I due, padre e figlio, posti ai domiciliari, sono titolari di un esercizio commerciale che vende generi alimentari e tabacchi nei pressi dello svincolo autostradale di Firmo. Tempo fa, avevano occupato un’area di cantiere, protestando per un presunto danno economico sofferto per i lavori per l’ammodernamento della strada statale 534. La nuova strada, infatti, passa più lontano dalla loro attività commerciale. E questa decisione aveva creato un crollo economico alle loro attività. Giuseppe Curato dal maggio scorso stazionava sotto un viadotto, con una tanica di benzina, minacciando di darsi fuoco. Padre e figlio avevano ottenuto dall’Anas una proposta di risarcimento economico, che non hanno accettato, chiedendo molto di più per cessare la protesta, che ha generato un ritardo nella prosecuzione dei lavori. Da qui l’ipotesi del tentativo di estorsione formulata dalla Procura di Castrovillari. La vicenda di Giuseppe Curato, originario di Civita è iniziata quando lui, proprietario di alcune attività commerciali nei pressi dello svincolo di Firmo-Sibari dell’A2 ha subito le conseguenze dei lavori di ammodernamento della Strada statale 534, e per mesi ha vissuto sotto un viadotto.

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