Nei giorni scorsi militari della Guardia costiera di Corigliano Calabro hanno completato laboriose indagini finalizzate alla ricerca delle cause della strana colorazione di un tratto del torrente Missionante del comune di Corigliano Calabro.
E’ stato infatti accertato che una struttura alberghiera, non servita dalla rete fognaria comunale, era sì dotata di un sistema di tubazioni per la raccolta dei liquami e di un pozzo nero ma lo stesso pozzo nero non raggiungeva mai il livello massimo di riempimento in quanto presentava, con un sistema di canalizzazioni realizzato, un collegamento diretto ad un fosso di scolo che finiva nel torrente Missionante che sfocia nel Mare Ionio. La Guardia Costiera, alla presenza dei titolari, tramite l’uso di liquido tracciante, ha seguito il percorso dei liquami constatando che, tramite le tubature della struttura, finivano nel torrente Missionante anzicché accumularsi nella fossa biologica. Per di più l’albergatore non è stato in grado di esibire alcuna documentazione attestante l’intervento di mezzi di autospurgo per lo svuotamento, nel tempo, del pozzo nero. L’intera struttura ricettiva costituita da piazzale pavimentato e recintato di oltre 1000 metri quadrati, manufatto principale a 2 piani, manufatto secondario, pozzo nero interrato e 3 pozzetti collegati tra loro sono stati posti sotto sequestro. Il titolare della struttura è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Castrovillari per le violazioni della normativa ambientale ed in particolare dell’art. 137 del decreto legislativo n. 152/2006 (disciplina degli scarichi), dell’art. 635 del Codice Penale (danneggiamento), degli artt. 181 e 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (opere eseguite in assenza di autorizzazione) nonché per l’illecito smaltimento di rifiuti allo stato liquido. L’attività di polizia giudiziaria posta in essere dagli uomini della Capitaneria di porto di Corigliano Calabro per la salvaguardia dell’ambiente marino e costiero si inquadra nelle funzioni attribuite al Corpo di sorveglianza ed accertamento degli illeciti previsti e puniti dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n°152 (codice dell’ambiente) in materia di scarichi e gestione del ciclo dei rifiuti.