Lo scorso 12 gennaio 2018 i militari della locale Compagnia Carabinieri avevano dato esecuzione a tre ordinanze applicative della custodia cautelare in carcere, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Castrovillari su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di altrettanti indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in rapina aggravata e furto aggravato.
Nello specifico le indagini si riferivano a due rapine in abitazione ed un furto ad un tabacchi accaduti fra il dicembre del 2014 e l’ottobre del 2015, per le quali venivano ritenuti gravemente indiziati di colpevolezza Schiavelli Loris, Veronese Pasqualino e Filadoro Cristian. In particolare le due rapine in abitazione avvenivano a Corigliano Calabro. La prima in danno di due anziani coniugi, durante la quale i malfattori immobilizzavano le vittime legandole alle sedie con fasce e li depredavano di tutte le collane e i gioielli preziosi presenti in casa, delle fedi nunziali, dei cellulari e financo dell’autovettura personale per un danno complessivo di svariate migliaia di euro. La seconda era stata eseguita utilizzando delle maschere di carnevale ai danni di un’anziana vedova del posto, che era stata pedinata, sfruttando per l’irruzione il momento in cui si trovava sola in casa, all’interno della quale la vittima era stata minacciata più volte con un grosso coltello a serramanico e gli erano stati sottratti da dosso gli orecchini e la collana in oro, le fedi nunziali riportanti la data del matrimonio ed un anello con pietre preziose. Il furto era stato, invece, consumato in piena notte presso una tabaccheria di un distributore di benzina di San Giorgio Albanese: la banda aveva divelto le serrande e le inferriate ed una volta all’interno del locale aveva fatto razzia di tutti i tabacchi esposti, centinaia di pacchi per un valore stimato di oltre cinquemila euro. Gli indizi di colpevolezza a carico del coriglianese Veronese Pasqualino fondavano sugli esiti dell’attività investigativa condotta dai Carabinieri di Corigliano e corroborata dagli accertamenti biologici e dattiloscopici esperiti dal R.I.S. di Messina, dai quali era emersa la compatibilità del DNA di Veronese con quello rinvenuto su alcune tracce biologiche presenti sul passamontagna utilizzato per la rapina in un’abitazione. Veronese ha affidato incarico di presentare ricorso contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere all’Avv. Pasquale Di Iacovo, il quale nel corso dell’udienza tenutasi dinanzi al Tribunale del Riesame di Catanzaro ha illustrato una serie di elementi dai quali emergeva l’estraneità del proprio assistito ai fatti di reato contestati nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il Tribunale del Riesame, condividendo la tesi difensiva del penalista coriglianese, ha accolto integralmente il ricorso presentato dall’Avv. Di Iacovo e di conseguenza ha annullato completamente l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.