di Cristian Fiorentino
Ci sono legami che vanno oltre il tempo e le distanze. Uno di questi è quello che lega l’ex calciatore Claudio Pierantozzi al Corigliano calcio e alla città. Nel suo ricco curriculum, infatti, Pierantozzi ha vestito la maglia biancoazzurra proprio in D nella stagione 2002-2003.
Nonostante le tante squadre dove ha giocato, tra B, C-1, C2 e D con Ascoli, Alessandria Viterbese, Olbia, Casarano, Avvezzano e diverse altre, Pierantozzi ha conservato un feeling speciale con la città coriglianese. Originario ascolano, oggi dirigente e allenatore di una scuola calcio, Pierantozzi ha conservato amicizie ma soprattutto un affetto particolare per il club biancoazzurro e i suoi tifosi. Appresa la querelle di queste settimane tra società e sostenitori, l’ex attaccante biancoazzurro ha voluto esprimere la sua idea attraverso una sorta di lettera aperta: «Il mio è un accorato appello per l’unione. Se mi permetto di intervenire in questa fase di stasi, tra dirigenza e sostenitori, è perché mi sento un coriglianese d’azione. Corigliano è una di quelle piazze se non la piazza, dove ho giocato, che più mi è rimasta nel cuore. Enorme è stata la felicità dopo tanti anni di rivedere Corigliano in serie D. Così come enorme è stato il dispiacere di apprendere tutte le vicissitudini di questa stagione. Non ultima la diatriba tra presidente e tifosi che di certo non aiuta nessuno. Il punto cruciale di questo mio pensiero- prosegue Pierantozzi- verte proprio su questo aspetto. Premesso che non conosco personalmente il presidente Nucaro, so però che da solo e con enormi sacrifici ha investito, in questi tre anni e in questo progetto, fior quattrini, a fondo perduto, vincendo tutto quello che ci stava da vincere. Bisogna riconoscere che dalla Promozione si è passati alla D ossia in palcoscenici importanti che Corigliano merita. Di contro conosco bene i sacrifici, l’impegno e i chilometri macinati dai tifosi, “Skizzati-Group”, per l’amore verso la propria maglia e fede calcistica. Tutte le frizioni e le motivazioni intercorse ultimamente tra le parti, per rispetto di tutti, non spetta a me giudicarle. Ciò che vorrei sottolineare- rimarca Pierantozzi- è che questo muro contro muro non porta a nulla. Questo chiudersi a riccio nelle proprie posizioni non aiuta ne la società, ne i tifosi ne soprattutto la squadra. Essendo stato calciatore conosco bene il valore di giocare con il dodicesimo uomo al fianco perché offre altri stimoli e perché quando mentre tu lotti in campo sai che c’è chi dagli spalti, pochi o tanti, cantano e gridano al tuo fianco solo per te. Tuttavia, le posizioni prese dalle componenti in causa non hanno ne vincitori ne vinti. Di certo attraverso un confronto pacifico si ci potrà chiarire tornando ognuno nella propria veste e con il dovuto rispetto al fianco del Corigliano. Personalmente credo che sia l’unica via percorribile che possa rasserenare gli animi e allo stesso tempo dare nuova vitalità. Oltretutto, pur avendo ascoltato e seguito la vicenda sui social e internet, sulla possibile fusione o il voler giocare su altri campi limitrofi, penso che siano solo provocazioni. Mi sbaglierò ma dalla mia esperienza, avendo avuto anche diversi presidenti vulcanici nella mia carriera, quelle espresse dal presidente mi sembrano più provocazioni che altro. Senza voler giustificare nessuno, non vorrei che il suo sfogo sia dovuto più all’essere rimasto in una situazione inaspettata all’interno di una annata complicata. Ripeto, non voglio esprimere giudizi su modi e tempi, ma conosco ad esempio la situazione dello stadio “Città di Corigliano”. Mi risulta che anche in questa direzione la società ha investito ma di certo ci sarebbe bisogno di ben altre attenzioni e investimenti anche dalla parte istituzionale. Quando sono ritornato di recente a Corigliano ho ritrovato la struttura peggiorata e con i problemi lasciati e ritrovati oltre quindici anni fa come ad esempio la strada che conduce allo stadio. Anche qui ci sarebbe bisogno di maggiore sinergia e dialogo tra il comune e la società per crescere insieme e per, attraverso un restyling, offrire nuova vita a quella che è il luogo di ritrovo per chi ha a cuore il calcio e lo sport di una città. Luogo che con maggiore modernità può essere più attraente per squadre, società, tifosi e investitori. Proprio ai sostenitori coriglianesi- conclude Pierantozzi- va il mio più affabile saluto con l’auspicio che possano tornare ad occupare il ruolo che gli compete e incitare la squadra con la stessa grinta di sempre e con lo stesso calore che hanno regalato a me durante la mia esperienza a Corigliano».