Fonte: Comunicato stampa
Proprio in questa ore, si è consumato l’ennesimo, doloroso episodio, attribuito alla malasanità: una giovane vita stroncata, nella città di Corigliano-Rossano, a seguito di un malore. Immediatamente allertato il servizio 118, è intervenuta una prima ambulanza, non medicalizzata, la quale, verificata la gravità del caso, chiedeva l’intervento di una seconda ambulanza, stavolta con medico a bordo; quest’ultima non poteva che constatare il decesso del giovane cittadino.
Tanto dicono le cronache giornalistiche. La Magistratura accerterà se i ritardi nei soccorsi siano stati fatali per il paziente, e se il giovane, grazie a un pronto intervento, poteva salvarsi. Come spesso avviene, le tragedie dovrebbero indurre ad adottare soluzioni idonee ad evitare il loro ripetersi. Ciò non succede però all’emergenza-urgenza dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza. Siamo, perciò, fortemente preoccupati. Da anni, denunciamo le gravi difficoltà in cui versa il servizio dell’emergenza-urgenza dell’ASP di Cosenza. Addirittura, in piena emergenza pandemica, abbiamo presentato ben due esposti alla Procura della Repubblica, di cui uno relativo a un caso analogo verificatosi all’Ospedale di Trebisacce. Da anni denunciamo, inascoltati, le gravi carenze di personale medico e non medico, assegnato al SUEM 118 dell’ASP di Cosenza. Ciò nonostante, si continua a sottrarre personale, medico e non, destinato alle ambulanze e ai Pronto Soccorsi ma dirottato su altri servizi. Da anni, nonostante la nostra denuncia, rimane in piedi un accordo tra ASP e Azienda Ospedaliera di Cosenza, relativo al percorso stroke da seguire, che di fatto sottrae personale del servizio 118 dell’ASP, per obbligarlo ad effettuare attività di competenza del personale dell’Azienda Ospedaliera. Nel frattempo, proliferano le convenzioni di servizio sottoscritte dall’ASP di Cosenza con le associazioni più svariate, proprietarie di ambulanze private. I pochi operatori sanitari dell’emergenza-urgenza sono ormai allo stremo. Ogni giorno essi sono chiamati a compiti di responsabilità nello svolgimento di massacranti turni di lavoro, spesso senza poter godere delle necessarie ferie o dei permessi loro spettanti. Ma di tutto questo non ne parla il Presidente/Commissario Occhiuto, troppo indaffarato a perseguitare i Lavoratori con quell’obbrobrioso strumento di delazione chiamato sanibook. Il sistema sanitario è ormai al collasso. Il primo riscontro ce lo dà proprio l’emergenza-urgenza, tra personale carente e ambulanze rotte, inadatte, vecchie. Sembra chiaro l’obiettivo che si vuole raggiungere: alleggerire ulteriormente la sanità pubblica, renderla sempre più inefficiente e inadeguata, per spostare ingenti risorse sulla sanità privata. In altri termini, rendere la sanità privata alternativa a quella pubblica, non sussidiaria; è ciò che, in parte, sta riuscendo proprio nel servizio provinciale del 118. Un progetto cinico, che però i cittadini pagano a caro prezzo, come per l’ennesimo decesso, che se sarà riconosciuto come caso di malasanità, sarà certamente da attribuirsi all’incapacità di governo della sanità calabrese. Ma che è pagato a caro prezzo anche dagli operatori della sanità, sempre più soli, più stanchi, più stressati.
Giuseppe Guido – Segretario Generale CGIL Pollino Sibaritide Tirreno
Vincenzo Casciaro – Segretario Generale FP CGIL Pollino Sibaritide Tirreno