La comunità di Firmo è nuovamente messa alla prova dall'azione di balordi che, senza ritegno, si sono introdotti nel cimitero di Firmo, normalmente aperto nelle ore diurne per consentire ai cittadini la visita ai propri cari, e hanno fatto razzia di sotto vasi in rame.
Così, dopo l'incendio dello scorso mese di luglio all'isola ecologica, l'amministrazione comunale di Firmo, guidata dal sindaco Gennarino Russo, torna a fare i conti con le azioni di malfattori senza scrupoli. «Siamo decisamente indignati per quanto accaduto -afferma il primo cittadino- e abbiamo segnalato la cosa alla Polizia Municipale mentre la Stazione dei Carabinieri di Lungro era stata già allertata e aveva fatto un sopralluogo per capire l'entità del furto. Sappiamo quanto il rame faccia gola per il mercato che ci sta attorno, ma al di là del danno materiale -sottolinea Russo- quello che ci segna come comunità è che questo furto avvenga in un luogo da tutti ritenuto sacro e come tale dovrebbe essere preservato da azioni di questo genere». E nel ribadire la “ferma e assoluta condanna” nei confronti di chi ha commesso il gesto, il sindaco precisa come quanto accaduto rafforzi la convinzione dell'amministrazione a dover fornire anche l'area cimiteriale di telecamere per la videosorveglianza. «Pensavamo non fosse necessaria -lamenta- ma evidentemente non è così». E aggiunge: «Tutto questo avviene in un momento particolare per la nostra comunità, alla fine della stagione estiva con tutta una serie di attività. Mentre da un lato siamo impegnati a far emergere il nostro paese, dall'altro accade qualcosa per opera di ignoti balordi che distruggono l'immagine della comunità. In particolare -spiega- siamo in una fase in cui stiamo lavorando per il recupero e la valorizzazione del centro storico partecipando al bando per i Borghi autentici d'Italia. Con questo, infatti, vogliamo recuperare l'area dell'ex convento dei Domenicani, dove doveva sorgere un teatro. Inoltre il progetto prevede anche la realizzazione del distretto dell'Arberia insieme alle altre comunità arbëreshe della zona e fare del convento dei Domenicani un centro per tutto il territorio. A ciò si aggiunge anche il recupero dell'area della villetta comunale. Questi vili gesti, quindi, crediamo che squalifichino l'azione amministrativa e l'immagine di un paese che, invece, merita di essere promossa e incentivata».