La Redazione
Sabato 2 Settembre dovrebbe aprirsi la stagione venatoria in Calabria, almeno così ha deciso il governo regionale. Il Codacons, tuttavia, ha avanzato una formale richiesta per annullare la stagione venatoria 2017-2018.
Si tratta di un gesto di responsabilità e di buon senso – sostiene il vicepresidente nazionale del Codacons, Francesco Di Lieto – alla luce di quanto accaduto nei mesi di luglio ed agosto. Una Calabria martoriata da circa 7.500 incendi, una superficie percorsa dal fuoco di oltre 30mila ettari. Praticamente il 3% dell’intera regione è bruciata. E se a questi dati aggiungiamo anche l’edificazione selvaggia, che ha devastato la superficie agricola, possiamo renderci conto di trovarci dinnanzi un disastro di proporzioni bibliche, che non può non spingere il Governatore Oliverio ad un immediato intervento. Quell’emergenza, invocata da più parti, tanto da richiedere l’intervento dell’esercito, non può non estendersi anche alla fauna selvatica. Animali provati dalla stupidità umana, dalla mano criminale dell’uomo che non ha esitato e non esita, dinnanzi al profitto, ad incendiare, a distruggere, la propria terra. Infatti quell’apocalisse di fiamme, quegli incendi che hanno devastato il territorio e di cui resterà traccia indelebile nel paesaggio, sono tutti di origine dolosa. La Calabria – continua Di Lieto – ha vissuto un’estate da catastrofe naturale, anzi innaturale, visto che lo scempio ha un unico responsabile che è l’uomo. Il Codacons è categorico: “questi dati impongono al Governatore di annullare la stagione venatoria”. Agli enormi danni conseguenti gli incendi, devono aggiungersi, poi, quelli per conseguenti la prolungata siccità, che finisce per aggravare, ancor di più, la situazione ambientale ed influisce negativamente sulle condizioni della fauna selvatica. Anche per gli animali, quindi, è emergenza ed è necessario agire. Per questo motivo il Codacons ha invitato il Governatore Oliverio ad emanare, immediatamente, un provvedimento di revoca dell’apertura della caccia. Gli incendi, oltre al territorio ed agli uomini, hanno distrutto i boschi, ovvero i luoghi dove vivono e si riproducono gli animali. Del resto l’art. 19 della legge 157/1992 consente alla Regione di “vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia per sopravvenute particolari condizioni ambientali”, ad esempio da calamità come, appunto, gli incendi. Sarebbe da sconsiderati permettere che, da sabato prossimo, migliaia di cacciatori armati possano attraversare ciò che resta dei nostri boschi ed uccidere, per gioco, gli animali sopravvissuti ai roghi. Per questo motivo confidiamo in un immediato intervento del Governatore capace di porre fine a quello che appare una ulteriore mortificazione del nostro territorio e che finisce per colpire, ulteriormente, chi, a differenza degli uomini, quel territorio lo rispetta.{jcomments on}