di Giacinto De Pasquale
“L’Arte del barbiere”, è l’argomento che dovranno trattare coloro che intenderanno partecipare al premio voluto dal maestro Piero Migliacci. 88 anni il prossimo 28 ottobre il barbiere, coriglianese del borgo marinaro di Schiavonea, continua a partorire idee vulcaniche da “cane sciolto” come lui ama definirsi.
Piero, che ho l’onore e il piacere di conoscere personalmente, propone per la città di Corigliano-Rossano questo premio, che ha già promosso nei mesi scorsi a Roma. Piero è un coriglianese che lontano dalla sua Corigliano è diventato famoso.Il premio voluto da Migliacci gode del patrocinio dell'Amam (Accademia Nazionale Acconciatori Moda) presieduto da Fabian Lino e dell'Espam CFP (Centro di formazione professionale) presieduto da Salvatore Seccia. C’è un luogo, nel centro storico di Roma, a via della Vite proprio a due passi da Piazza di Spagna e il Corso, dove politici, grandi manager, nobili e diplomatici siedono fianco a fianco ad aitanti hispter di Seattle, emigranti italiani nostalgici e artisti stranieri. Il barbiere da alcuni è visto come una fastidiosa necessità, altri come un momento di cura di sè o di relax dove celebrare, come diceva Plutarco, quei ‘banchetti senza vino’, densi di chiacchiere e facezie. La Barberia Peppino, a Roma, è un po’ tutto questo e a dimostrarlo sono i 68 anni di attività e gli 88 del proprietario, Piero Migliacci. C’è quindi chi va lì per ammirare la boiserie, le poltrone in pelle, le giacche bianche dei collaboratori (una squadra di 6 persone fra cui il figlio di Piero, Alessandro), le vetrine con le boccette di colonia inglese dalle etichette liberty, le foto autografe del re emerito di Spagna Juan Carlos o del Principe Ruspoli. Per gli habituè è un ambiente di rassicurante ma non polverosa tradizione, come una piazza antica però animata da caffè e concerti. E poi ci sono le chiacchiere. Certo, che barbiere sarebbe senza le chiacchiere. E Piero appunto è una miniera inesauribile di aneddoti, ricordi e curiosità. Ma le chiacchiere qui arrivano solo se si ha piacere e il piacere di farle peraltro arriva spesso. Piero in ogni caso coglie al volo chi ama la riservatezza e le poche parole. Un’arte affinata in 70 anni di lavoro. Ma chi è Piero Migliacci. Ecco come si raccontava alcuni anni fa al Corriere della sera: “Mio padre mi disse: “Scegli, calzolaio o barbiere”. In paese, a Corigliano Calabro (Cosenza) vedevo che i barbieri erano sempre lì a chiacchierare, quasi non sembrava un lavoro». E invece? «Nel ‘53 ero a bottega a Schiavonea, un borgo di pescatori. Il titolare si ammalò e dovetti sostituirlo. Non sapevo tagliare i capelli, avevo 15 anni, ma ho imparato presto. Ogni lunedì gli portavo l’incasso e mi dava 200 lire». Tempo due anni e si mette in proprio, per poi trasferirsi a Milano con l’allora fidanzata e futura moglie: «L’unica donna che mi abbia detto di no». Studia da parrucchiere, ma per problemi familiari deve rimboccarsi le maniche. Con i meneghini «scicchettosi» si sente a disagio: «Dottori, ingegneri... Io avevo la quinta elementare». Se non fosse che non sono molti gli artigiani con la sua esperienza: «All’Espam (la scuola di estetica e acconciatura) mi volevano come maestro, ma il mio sogno era Roma». Nel ‘63, lo chiama il direttore dell’albergo diurno della stazione Termini: «Partimmo con un figlio di 10 mesi e la Lambretta». Ma, una volta nella Capitale, Piero non si accontenta: «Volevo lavorare in centro». Il collegio dei barbieri in via delle Quattro Fontane lo indirizza da un siciliano in via Mario de’ Fiori, Peppino Ricciardo Calderaro: «Mi avvertirono: “Guadagnerai bene, ma lui ha un caratterino...”. Questo in estrema sintesi è l’eclettico e vulcano Piero “cane sciolto”. Adesso ha deciso di omaggiare la sua città di origine con questa prestigiosa iniziativa. Il premio si articola in tre ricerche e alla quale possono partecipare tutti studenti e non. Invita, con tema scritto, alla ricerca:
A) "L'uomo e l'artista" Gioachino Rossini, grande operista della storia della musica;
B) sulla figura del drammaturgo Pierre Augustin Caron De Beaumarchais "L'uomo e l'artista";
C) Piero Migliacci: "L'uomo e l'arte del barbiere" .
Fini e scopi sono quelli di far riflettere i giovani sull'arte del barbiere e sull'importanza dell'artigianato quale attività lavorativa, ovvero per la produzione dei beni di servizio nella società attuale. La commissione esaminatrice sarà formata da persone erudite e docenti e selezioneranno il migliore tema sulla base dei seguenti criteri: originalità, analisi critica e rapporto con le attuali problematiche sociali.
PREMI
1. a parimerito Rossini - Beaumarchais oltre la medaglia di bronzo di cm 11 di diametro, raffigurante il personaggio che ha trattato, realizzata esclusivamente per il premio, dal maestro scultore Carmine Cianci ed un assegno di euro 400 con la pergamena di partecipazione.
2. per Piero Migliacci oltre la medaglia di bronzo di cm 11 di diametro, raffigurante il personaggio che ha trattato, realizzata esclusivamente per il premio, dal maestro scultore Carmine Cianci ed un assegno di euro 600 con la pergamena di partecipazione.
3. Per tutti i concorrenti ci sarà la pergamena di partecipazione realizzata dallo scultore Carmine Cianci. I partecipanti possono inviare l'esito a: