Foto di Francesco Verardi
di Cristian Fiorentino
La festa Patronale di S. Francesco di Paola è stata come sempre un crescendo entusiasmante su tutto il territorio di Corigliano. Sette giorni di festeggiamenti in onore del Santo Patrono dove si sono mescolate tradizioni ed emotività.
Successo dettato da pianificazione e cooperazione dettagliata da ogni singola componente. Partecipazione dei devoti come sempre copiosa sia nel centro storico che nelle tappe di scalo e Schiavonea. L’arrivo della storica statua del Santo è stato salutato con calore e accoglienza testimoniando ancora una volta il legame semplice e inscindibile tra S. Francesco e i coriglianesi. Il programma predisposto e ben combinato dai Padri Minimi e dalla solerte commissione festa ha consentito una disposizione dettagliata. La rassegna delle singole tappe più sintomatiche ha visto il primo momento con l’intronizzazione della statua il 19 aprile, la visita alla casa di riposo “San Pio e Madonna dell’Immacolata” che ha elargito felicità agli anziani presenti.
Foto di Francesco Verardi
Le peregrinatio della “Sacra Effige” del 24 aprile allo scalo coriglianese, presso la chiesa “Maria SS. Immacolata” di Don Alfredo Pisani e a Schiavonea dopo, presso la Madonnina per la cerimonia della “Gente di Mare e per i Caduti in Mare” e la parrocchia “Santa Maria Ad Nives” di Padre Francesco Ansalone, ha confermato tra riti e meditazioni l’attaccamento viscerale al Santo. Al ritorno in paese, nonostante le fredde temperature, l’atmosfera è stata scaldata dall’accoglienza di numerosi coriglianesi che hanno scortato il Santo nella sua “Casa”. Corteo preceduto dal discorso di Monsignor Giovanni Ricchiuti, Vescovo Emerito di Altamura, Acquaviva delle Fonti e Gravina di Puglia in piazza Sant’Antonio, dai fuochi, dall’infiorata, a cura dell’ass. “Coriglianesi nel Mondo”, proprio sotto l’antico arco e acquedotto di Via Roma, ideato e voluto dallo stesso S. Francesco. Funzioni svoltesi al grido ormai storico e indelebile “Ebbiva ru Viecchji” dei portatori della statua a cui quest’anno si è aggiunta la presenza e soprattutto la voce di Fratel Bruno Cunha, della comunità Minima di Sao Paulo del Brasile.
Foto di Francesco Verardi
Il giovane frate brasiliano ha letteralmente urlato più volte “Viva S. Francesco”, specie nel santuario, ricordando i passionali telecronisti sportivi sudamericani. Testimonianza vivida di come S. Francesco sia, ieri come oggi, una presenza cristiana internazionale capace di attrarre. Due gli incontri culturali nel Santuario con il prof. Enzo Cumino e Padre G. Cozzolino: il primo sul “74° anno del ritorno dei Padri Minimi a Corigliano Calabro, avvenuto il 16 aprile 1950”, e il secondo sul “Terremoto del 25 aprile 1836” che risparmiò Corigliano per intercessione del suo Santo Patrono. Per lo spazio musicale l’esibizione del quartetto di clarinetti “Delirium” con voci e dell’orchestra sinfonica “Brutia”. Particolari anche i momenti scanditi grazie alla partecipazione di Don Fiorenzo De Simone, neo-parroco della parrocchia di S. Antonio e S. Maria Maggiore e di Don Vincenzo Ferraro, dell’Unità pastorale di Fabrizio, Thurio, Apollinara e Torricella diretta da Don Vittorio Salvatori nonché nuovo vicario foraneo.
Foto di Francesco Verardi
Altra Celebrazione Eucaristica peculiare quella celebrata dall’Arcivescovo di Camerino San Severino Marche e Vescovo di Fabriano-Matelica Monsignor Francesco Massara, originario di Tropea. Non da meno la presenza e le funzioni officiate dal Padre Provinciale dei Minimi il coriglianese Padre Francesco Trebisonda che ha posto l’accento nel rapporto assoluto tra i coriglianesi e S. Francesco. Quindi la benedizione e l’affidamento di tutte le forze dell’ordine davanti alla caserma dei carabinieri di Corigliano centro storico. La giornata del 25 aprile è nata dalla Solenne Messa presieduta da Monsignor G. Ricchiuti e dal suo particolare sermone legato alla figura di Monsignor Tarcisio Pisani, suo predecessore nella diocesi pugliese e appartenente anch’Egli alla comunità dei Minimi. Presenti durante la Santa Messa oltre al sindaco Flavio Stasi, l’onorevole Pasqualina Straface, l’onorevole Vittoria Paldino, i rappresentanti delle autorità militari, le confraternite cittadine, e il sindaco della città di Paola Giovanni Politano a suggellare il legame tra Corigliano e la città natìa del Santo. Tra i momenti più suggestivi l'accensione della “Lampada Votiva” al mattino in chiesa e la consegna delle “Chiavi al Santo Primo Cittadino”, a “Palazzo di Città” a piazza del Popolo, nel pomeriggio. E ancora la processione per le vie del centro storico, il transito dal “Romitorio”, casa di S. Francesco nel suo periodo coriglianese e da lui costruito, prima del ritorno al Santuario al canto “Te Deum” con il bacio della “Sacra Canna” con cui per intercessione di San Francesco furono respinti gli assalti dei turchi al convento coriglianese nel 1538. Come sempre grande impegno anche dai portatori della statua che con sacrificio e devozione hanno accompagnato instancabilmente il Simulacro del Santo Patrono. Nella via del Romitorio, invece, sono comparsi lo stuolo di centrini nella parte aerea e alla parete il quadro di “San Francesco Operaio”, realizzato dall’artista Evira Franca Iannini. Entrambi i progetti ideati e voluti dall’associazione culturale “Ri-Bellezza” con la partecipazione sui ricami dell’ass. “Arte Parte”. Durante le processioni, invece, la banda “Antonio De Bartolo” e l’ass. musicale e culturale “Città di Corigliano-Rossano” si sono alternate scortando il Santo con le loro musiche nelle processioni. Sul fronte della festa civile, invece, l’intrattenimento musicale ha visto sul palco Paul Chang, Roberta Bella, il valente Francesco Gilberti e Natalino Arturi per concludere con il concerto dell’artista romano Michele Zarrillo in tour con “Cinque giorni da 30 anni” che ha riscosso il pienone di spettatori. Reso noto anche l’elenco dei vincitori della riffa: primo premio alla serie N numero 21, secondo Q 418, terzo H 169, quarto B 64, quinto T 222, sesto M 150, settimo P 491, ottavo H 162, nono P 423 e decimo O 472. Non sono mancate neanche le giostre, per bambini e ragazzi, presso il rione Ariella mentre la chiusura dei festeggiamenti è spettata al colorato spettacolo pirotecnico. Il vero trionfo, tuttavia, riconduce a S. Francesco di Paola e all’effetto aggregante che riesce ad avere all’interno del tessuto coriglianese ormai da generazioni.