di Cristian Fiorentino

 
 

Profonda riflessione e attenta disamina quella generata dalla dirigente scolastico coriglianese Adriana Grispo sul tema del momento del dimensionamento scolastico comprensoriale.

«Il diritto all’istruzione e alla formazione di qualità- afferma A. Grispo-, con particolare riferimento alla Città di Corigliano-Rossano, assume un significato sociale di grande portata, esprimendo, il nostro Comune sia numericamente che qualitativamente, una popolazione scolastica tra le più significative della Provincia e della Regione. Si pone l’esigenza di procedere verso prassi condivise all’interno delle sedi istituzionali e tra i legittimi interlocutori, richiamare l’urgenza di aprire un confronto partecipato per chiarire situazioni, dissipare timori che investono i dirigenti, il personale scolastico, le famiglie, il territorio. È necessario dunque,  tendere ad avvicinare i luoghi dei bisogni a quelli delle risposte, quelli dei problemi a quelli delle decisioni, consapevoli di dover promuovere, sui grandi temi che interessano la Città e i cittadini sovrani, nel nostro caso , in particolare, i temi legati all’istruzione e alla formazione, una forte apertura e una incisiva azione di ascolto, per filtrare le esigenze manifeste e possibili, le legittime istanze che emergono da un importante e strategico ambito sociale: la Scuola. Attivare interventi concreti in materia di edilizia scolastica, che vadano nella direzione di corrispondere a una domanda di riqualificazione e di potenziamento degli spazi, affinché le comunità scolastiche possano vedere attuato il principio dello “star bene a Scuola”. Coloro i quali- prosegue A. Grispo-,  operano nel mondo della Scuola si misurano, costantemente, con gli effetti di fenomeni demografici, sociali, culturali, strutturali rilevanti: classi numerose, richiesta di adeguamento di aule e spazi, richiesta di servizi a supporto dell’offerta formativa, a fronte di una costante diminuzione degli investimenti in materia, dovuti a leggi finanziarie sempre più limitative e penalizzanti, esigenza di scongiurare chiusure di plessi o contrazioni di classi che, per specifici luoghi della nostra Città, rappresenta la concretizzazione di un depauperamento e svilimento sociale, civile, culturale. È necessario, quindi, affrontare in maniera globale, integrata, strutturale e sistemica il problema della ripartizione delle sedi scolastiche sul territorio, finalizzando gli interventi a rendere un migliore, più efficiente ed efficace servizio ai cittadini, salvaguardando gli interessi diffusi e non interessi di parte. Questi processi vanno governati e accompagnati nelle sedi e nei tempi giusti, favorendo un’ottica dei tempi “distesi”, che non vuol dire, necessariamente, tempi lunghi, affinché i cambiamenti possano essere, il più adeguatamente possibile, compresi e implementati dagli Enti locali, le Istituzioni scolastiche, le comunità in tutte le loro articolazioni, prevenendo paure e disagi.  “La Scuola secondo Costituzione”, “la Scuola del “non uno di meno”, sono i parametri che traducono il valore della Scuola pubblica a cui è demandato un compito fondamentale: la formazione democratica delle nuove generazioni. La Costituzione, quindi, a garanzia del pluralismo culturale, della democratizzazione della conoscenza e della libertà di insegnamento. A tal riguardo- evidenzia A. Grispo-,  è fondamentale sottolineare come deve e può essere possibile costruire un comune progetto di innovazione della Scuola solo se si condivide, anche a livello locale, provinciale e regionale il principio costituzionale: ” E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.  (Articolo 3 della Costituzione). Sostenere un percorso di istruzione e formazione unitario, fino al raggiungimento dei fondamentali strumenti culturali, come soluzione adeguata per poter maturare scelte consapevoli di vita. Appare evidente come si manifesti, in chi costruisce un’ipotesi di sistema di istruzione e formazione, un’idea di società e di futuro, per questo le politiche scolastiche rappresentano un ambito che va al di là di scelte puramente organizzative e gestionali, poiché esse impattano con i temi dell’inclusione, dei diritti di cittadinanza, delle libertà, delle garanzie costituzionali, esse toccano il tema della democrazia. Sono gli ambiti che hanno alla base i grandi temi della globalizzazione, le nuove forme di scompenso nello sviluppo, che acuiscono, sempre di più, il divario tra Nord e Sud del mondo, (in Italia questo divario è ancora tristemente attuale), le urgenze legate all’insostenibilità del modello occidentale sull’uso delle risorse e della difesa dell’ambiente. Una Scuola secondo Costituzione è una Scuola dove si fa esperienza della cultura della pace, il bene più concreto e di più alto valore che possiamo garantire ai nostri giovani. La Scuola che si ispira a questo modello, non è un’entità astratta ma rappresenta una Scuola vera, fatta di edifici idonei, di risorse adeguate, di curricoli coerenti, di donne e uomini, educatori ed educatrici consapevoli, culturalmente e professionalmente, della responsabilità di cui devono costantemente farsi carico. Questa Scuola è anche la città intera, che assume una particolare cura nei confronti delle giovani generazioni.  A partire dalla “Carta delle città educative” di Barcellona (1990), questo impegno si traduce nel testo: “Le città eserciteranno con efficacia i poteri di cui dispongono in materia di educazione: Qualunque sia la portata di tali competenze, essa formulerà una politica educativa esauriente e globale che comprenda tutte le modalità dell’educazione formale e non formale, le diverse manifestazioni culturali, le fonti di informazione e i mezzi per la scoperta della realtà cittadina”. È, dunque, prioritario e determinante- conclude la dirigente scolastica A. Grispo-, che, attorno a una prospettiva significativa, il mondo della scuola e quello della politica riescano ad avviare azioni in cui la costruzione del progetto riformatore per la Scuola non risulti separata dal concreto “fare Scuola”, nell’alveo di una compiuta realizzazione dell’autonomia organizzativa e didattica garantita dalla nostra legislazione».

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