di Cristian Fiorentino
Rinnovata in questi giorni, con sentita devozione, la solennità in onore di Sant’Anna e San Gioacchino. Celebrazioni svoltesi nel centro storico coriglianese e preordinate dalla parrocchia di San Francesco di Paola, sotto l’egida dell’arcidiocesi di Rossano-Cariati. Festeggiamenti del 26 luglio, preceduti dal triduo, coordinati da Padre Leonardo Paonessa presso la chiesa dedicata a S. Anna situata nella parte alta e a lato dell’ospedale “Compagna”.
Cerimonie iniziate domenica 23 luglio, con Santo Rosario e Santa Messa, celebrata da Don Vincenzo Ferraro, e con i canti della liturgia animati dalla realtà catechistica. In serata primo momento culturale curato dal prof. Giuseppe De Rosis, accompagnato dalle note di Gianfranco Ferrarese, e dal titolo “In viaggio con Alessandro Manzoni”, in ricorrenza del 150° anniversario della morte del celebre scrittore dei “Promessi Sposi”. Lunedì 24 luglio, la Celebrazione Eucaristica di Padre L. Paonessa è stata armonizzata dai canti del Terzo Ordine Minimo coriglianese di S. Francesco di P. . Il secondo spazio di riflessione è stato all’insegna della poesia e declinato dalla prof.ssa Anna Palermo, assistita dalla musica di Chiara De Carlo e Francesco Chiaro e coadiuvata dagli interventi del prof. Enzo Cumino, dal tema “L’Amore che salva”. Martedì 25 luglio, la Santa Messa, diretta sempre da P. L. Paonessa, è stata accordata della realtà del volontariato. In serata lo show del cabarettista Paul Chang e di Francy il sosia dei Cugini di campagna. Mercoledì 26 luglio, la solennità dei Santi Anna e Gioacchino si è aperta con la Celebrazione Eucaristica mattutina presieduta da Padre L. Paonessa.
Vice parroco dell’ordine dei Minimi del santuario Francescano di Corigliano, che durante l’omelia ha usato parole schiette e efficaci: «L’esempio di Fede incondizionata offerto da S. Anna e S. Gioacchino deve essere uno stimolo anche per i nostri tempi e per tutti noi. Nonostante non avessero avuti figli dopo vent’anni di matrimonio, la loro Fede in Dio non è vacillata così come non è traballata la loro unione di coppia. Si sono affidati al Signore, nonostante l’età avanzata e la sterilità, dimostrando una fedeltà unica e Dio che, secondo i suoi tempi che non sono mai i nostri, li ha ricompensati dandogli in figlia la Madre del Salvatore. La vergogna e il disprezzo ricevuta dapprima dagli ebrei, per non aver avuto prole, si è trasformata in un progetto infinito di redenzione per l’umanità. S. Anna e S. Gioacchino hanno avuto, inoltre, la possibilità e la gioia naturale, come ogni mamma e papà, di abbracciare a sé e di crescere una figlia come desiderio comune di qualsiasi altre persone. Il loro legame di marito e moglie, al di là delle vicissitudini, li ha fatti divenire una cosa sola proseguendo il loro cammino secondo il volere di Dio. Oltretutto- ha rimarcato Padre L. Paonessa- S. Anna (il cui significato è Grazia) e S. Gioacchino (Dio rende forti) rappresentano non solo la figura dei coniugi da imitare ma anche dei nonni saggi, di Gesù, su cui ancora oggi si fonda la società. I bimbi, infatti, nei nostri tempi sono sempre più accuditi dai nonni che rappresentano figure esemplari e di insegnamento. Tutti spunti da cui prendere esempio perché la nostra società è sempre più lontana da Dio. E a Dio, invece, che bisogna ritornare con umiltà e a cui rimettersi con la Fede vera. Siamo noi, dai tempi di Adamo ed Eva, con i nostri comportamenti che deturpiamo tutto ciò che ci è stato dato tradendo la fiducia di Dio. Dobbiamo mutare le nostre abitudini e tornare con ritrovato coraggio ad una Fede più autentica chiedendo l’intercessione dei Santi Anna e Gioacchino e della Vergine Maria, cercando di allontanare le tentazioni del demonio che ci dissuade dalla verità e dalle scelte giuste ed esemplari». A corredo è stata recitata anche la preghiera a S. Anna. La seconda Santa Messa, di metà mattinata, è stata invece celebrata dal vicario Don Gaetano Federico che, durante il sermone ha sottolineato: «I nomi di S. Anna e S. Giacchino vengono evidenziati dal protovangelo di Giacomo, libro apocrifo, come persone pie e devote che ebbero Maria come figlia in tarda età e la educarono alle virtù. Virtù a cui il popolo ebraico credeva fortemente mentre i genitori, Anna e Gioacchino, si accorsero subito delle protezioni divine di cui godeva la piccola Maria assecondando il suo cammino prescelto. Citando Papa Francesco, il 23 luglio scorso, ha celebrato la giornata dei nonni anche in onore dei Santi Anna e Gioacchino.
Non solo genitori ma anche nonni amorevoli di Gesù e in riferimento a questo ruolo il pensiero va ai tanti nonni che nei nostri tempi si prodigano per i nipoti tra affetto, amore, protezione e sostegno per tutte le loro necessità. Anche per questo bisogna promuovere l’accoglienza verso gli anziani in una società odierna che, invece, predilige lo scarto e la scarsa considerazione». A corredo benedizione degli abiti votivi per bambini e adulti. Alle 12 immancabile la supplica a S. Anna e l’Angelus. Nella Celebrazione serale, ha presieduto lo storico cappellano dell’ospedale Don Santo Aquilino, accompagnato dal consiglio pastorale parrocchiale mentre i canti sono stati intonati dalla corale polifonica della chiesa coriglianese di S. Francesco di P. . In seguito, la statua di S. Anna è stata portata in processione dai fedeli sino dinanzi l’ingresso dell’ospedale “Compagna” dove è stata recitata la lettera agli ammalati. In serata concerto dei cori polifonici della città di Corigliano: nella fattispecie si sono esibiti con ragguardevoli e acclamate performance il complesso voci “Libero Incanto”, “Maria Santissima del Buon Consiglio” e la “Corale di S. Francesco di Paola”. Devozione dei coriglianesi ancora una volta rispettata, soprattutto nel centro storico, e ancora ieri come oggi molto sentita da vecchie e nuove generazioni. Un plauso va a tutto il consiglio pastorale, alla famiglia dei Minimi del santuario, la commissione feste patronali e ai parrocchiani di S. Francesco per la predisposizione delle celebrazioni nonché a tutti coloro che hanno cooperato per la riuscita degli altri momenti concepiti come il prof. De Rosis e la prof.ssa A. Palermo, le rispettive associazioni e ai cori polifonici.