di Cristian Fiorentino

Speciale incontro quello che si è tenuto lo scorso 12 maggio nel centro storico coriglianese presso la parrocchia di Sant’Antonio. La comunità di Don Gaetano Federico e dei vice Don Vincenzo Ferraro e Don Giuseppe Pisani ha accolto, infatti, Padre Charbel El Khoury dell’ordine libanese Maronita del monastero e chiesa “San Giovanni Marco” a Byblos.

Padre Charbel El Khoury ha presieduto la celebrazione Eucaristica serale, preceduta dal Santo Rosario, unitamente allo stesso Don G. Federico. Santa Messa e Rosario dedicati all’intercessione per il popolo libanese e musiche e canti, durante la funzione, coordinate dai cantautori missionari Claudio Codemo e Maurizio Bagnarol. Lo stesso Padre Charbel, durante l’omelia, ha illustrato l’attuale e precaria situazione che vive in questi ultimi tempi il Libano, a causa anche della guerra, e spesso ignorata dai media. Momento storico abbastanza sofferente dovuto alla spaventosa crisi economica e dalla svalutazione della propria moneta che sta attanagliando duramente la comunità e le famiglie libanesi. Nel paese, infatti, sono state chiuse le scuole e l’elettricità è razionata. Padre Charbel è stato invitato presso la parrocchia coriglianese proprio per ricevere anche un aiuto concreto attraverso offerte e soprattutto farmaci donati dai parrocchiani da devolvere alla provata popolazione. Raccolta di farmaci, su scala nazionale e coadiuvata dallo smistamento in loco dei volontari, che potrà contribuire seriamente almeno sul fronte delle cure mediche dei cittadini libanesi. Lo stesso Don G. Federico nel messaggio di accoglienza ha evidenziato l’importanza delle “Chiese sorelle che si facciano presenti nell’allievare le ferite della Chiesa libanese sofferente, offrendo un sollievo a gente messe seriamente alla prova”.  Andazzo sempre più inquietante mitigato, inoltre, da alcune missioni umanitarie o altre forme benefiche utili per contrastare la crisi complessiva del Libano.

A margine della liturgia, vi è stata anche la benedizione personale con l’olio di San Charbel. San Charbel, infatti, è un Santo libanese, molto noto in Italia e in Europa, eremita nella sua vita terrena e molto dedito alla preghiera fin dalla sua giovinezza nonché molto devoto della “Santa Vergine” tanto da invocare giorno e notte la “Regina del Rosario”. La devozione per la Madonna è una peculiarità dei cristiani d’oriente e per tutta la vita San Charbel non smise mai di invocarla con slancio esortando tutti a consacrarsi a Lei. Alcuni mesi dopo la sua morte, avvenuta la vigilia di Natale del 1898, le cronache narrano che si riscontrarono avvenimenti straordinari attorno alla sua tomba. L’urna, in effetti, cominciò a splendere e coloro che pregavano sul sepolcro del monaco, che trasudava sangue misto ad acqua, si accrebbero guarigioni incomprensibili. Riesumato il corpo, fu trovato intatto e rimase morbido mantenendo la temperatura dei corpi viventi fino alla beatificazione del 1965 ossia alla chiusura del concilio Vaticano II. Paolo VI, lo proclamò Santo nel 1977 e da allora numerosi sono i miracoli a lui attribuiti. La caratteristica di San Charbel che è raffigurato con lo sguardo rivolto in basso quasi a voler indicare che il Santo osserva direttamente il cuore delle persone. E in particolari e difficili come quello che sta vivendo il Libano, servono intense preghiere a San Charbel, aiuti comunitari efficaci e un dialogo globale che coinvolga tutte le componenti, religiose, politiche ed etniche, affinché anche la comunità libanese possa fuoriuscire dal tunnel dell’attuale crisi.   

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