di Antonio Le Fosse - reporter -
Sabato 22 e Domenica 23 ottobre 2022, in occasione del 70° anniversario del Museo Diocesano e del Codex di Rossano (1952-2022), è previsto l'ingresso speciale al costo di solo 1 Euro.
Orario di apertura del Museo: Sabato dalle ore 09:30 alle ore 12:30 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00; Domenica dalle ore 10:00 alle ore 12:00 e dalle ore 16:00 alle ore 18:00. Un'occasione, dunque, per ammirare, da vicino, il ricco patrimonio artistico-religioso che si trova all'interno del Museo e, in modo particolare, il Codex Purpureus Rossanensis, l'antico Evangelario che contiene i Vangeli di Matteo e Marco, il quale è stato riconosciuto, dall'UNESCO, patrimonio mondiale dell'umanità. Il nuovo percorso museale si distingue in due sezioni, separate da un corridoio direzionale. Una sezione è completamente dedicata al Codex Purpureus, mentre l’altra è dedicata alla storia della diocesi e della città di Rossano nei secoli. La sezione dedicata al Codex Purpureus è composta da tre sale [sala 09 - 10 - 11], di cui due propedeutiche alla visione e alla riflessione sul Codex e quella centrale [11] contenente il Codice. Nella stanza “Codex” è esposto il prezioso Evangelario all’interno di una innovativa teca climatizzata, ed è affiancato da uno sfogliatore multimediale che consente la visualizzazione delle pagine del manoscritto digitalizzate. I contenuti multimediali delle due stanze adiacenti [09 – 10], visitabili prima e dopo aver visionato il Codice, contengono, invece, proiezioni video, touch-screen e pannelli didattici, con una serie di informazioni utili al visitatore che gradisce approfondire la conoscenza del prezioso ed importante manoscritto. Il secondo percorso offre una collocazione cronologica e tematica degli oggetti, ed ha lo scopo di tracciare un profilo storico della città e della Diocesi di Rossano attraverso i più significativi oggetti d’arte custoditi all'interno del Museo. La vera perla del Museo rimane il Codex Purpureus Rossanensis che è uno dei più antichi Evangeliari esistenti al Mondo, reso prezioso ed unico grazie alle sue bellissime miniature, capolavoro dell’arte bizantina. Esso presenta i resti di un indipendente ciclo di miniature relative alla vita di Cristo, il più antico rimasto in un manoscritto greco. È uno dei capolavori della letteratura evangelica. È costituito da 188 fogli (376 pagine) di pergamena, contenenti l’intero Vangelo di Matteo e quasi tutto quello di Marco. La struttura complessiva del manoscritto testimonia come in origine si trattasse di un esemplare, in uno o due volumi, dei quattro Vangeli, preceduti dall’indice dei capitoli. Con buona approssimazione si può dire che la parte conservata rappresenta circa la metà dell’intera opera. Il formato attuale del manoscritto misura mm. 307X260. I fogli sono di pergamena accuratamente lavorata, tinta di colore purpureo, con discromie che, talvolta, si possono ritenere originarie ma, in più casi, dovute a fattori diversi, soprattutto l’umidità. Il Codex Purpureus Rossanensis è stato inserito nella lista internazionale dei manoscritti rari ecclesiastici. Il “Codex Purpureus” è anche conosciuto come il Rossanensis. Deve, invece, il nome "Purpureus" al fatto che le sue pagine sono di color porpora. La scrittura in cui è vergato il testo dei Vangeli è la maiuscola biblica: si tratta di forme grafiche che si caratterizzano a partire dal tardo II° secolo d.C., definendosi in norme precise già nel III° e resistendo nelle pratiche librarie fino al IX° secolo, sia pure con differenziazioni interne, geografiche e cronologiche. Le miniature conservate nel Codice di Rossano sono quattordici. Di esse, dodici raffigurano eventi della vita di Cristo (La Resurrezione di Lazzaro, L’ingresso di Gesù a Gerusalemme, Il colloquio con i sacerdoti e la cacciata dei mercanti dal tempio, La parabola delle dieci vergini, L’ultima cena e la lavanda dei piedi, La comunione degli apostoli, Cristo nel Getsemani, La guarigione del cieco nato, La parabola del buon samaritano, Il processo di Cristo davanti a Pilato, La scelta tra Gesù e Barabba). Il Codex Purpureus Rossanensis riveste uno straordinario interesse dal punto di vista biblico, religioso, artistico, paleografico, storico e documentario. Un documento simbolo di una regione, la Calabria, che ha mediato e tradotto in sintesi la civiltà greco-orientale e quella latino-occidentale. Il Codice è stato realizzato in uno dei centri di attività scrittoria di matrice bizantina, riconosciuto dalla maggior parte degli studiosi in Antiochia di Siria. Ipotesi di realizzazione presso altri centri sono tutt’oggi da prendere in considerazione, ad ogni modo l’ambiente di realizzazione è quello facente parte dell’Impero Romano d’Oriente; lo testimonia il suo colore porpora caratteristico dell’ambiente della famiglia imperiale bizantina. La datazione del Codice è circoscritta tra il V° e il VI° secolo dai maggiori storici dell’arte bizantini e dai paleografi. Non si conosce, con precisione, il motivo del suo arrivo a Rossano, probabilmente durante la diffusione del bizantinismo in Calabria e nel Mezzogiorno, legata alla espansione del monachesimo. Esso sarebbe giunto nella città nell’VIII° secolo sull’onda delle trasmigrazioni dei monaci iconoduli, da Costantinopoli o dall’Egitto e dal Nord Africa islamizzato. Tesi più recenti, invece, suppongono verosimile l’arrivo a Rossano coincidente con la sua elevazione a Diocesi, dunque nel X° secolo, che, tra l’altro, coincide con il periodo di maggior splendore della città. Interessante l’ipotesi che suggerisce come il Codex potrebbe essere stato portato a Rossano dalla Principessa bizantina Teofano, sposa di Ottone II° e Imperatrice del Sacro Romano Impero, in occasione del suo soggiorno nella città nell’estate del 982 (Mercogliano, 2016). Il Codice è documentato con sicurezza a Rossano solo a partire dal 1831, precisamente dall’anno segnato sulle annotazioni a penna di Scipione Camporota degli indici cartacei a esso acclusi, quindi poco tempo avanti la sua prima citazione da parte di Cesare Malpica (1845) e della presentazione alla comunità scientifica a opera degli studiosi tedeschi Adolf Von Harnack e Oscar Von Gebhardt (1883). Oggi il Codex è stato riconosciuto quale Patrimonio dell’Umanità e inserito nelle liste Unesco, nella Categoria “Memory of the Word”, il 9 Ottobre 2015. Quale occasione, dunque, per visitare il Museo Diocesano di Rossano, nei giorni di sabato 22 e domenica 23 ottobre, con ingresso al prezzo speciale di 1 Euro per ammirare direttamente il ricco patrimonio artistico-religioso esposto al suo interno ed anche il Codex Purpureus Rossanensis che contiene i Vangeli di Matteo e Marco. Ad attendere i tanti visitatori ci sarà il qualificato e professionale staff dell'Associazione “Insieme per Camminare” (formato da Cecilia Perri, Grazia Mascaro, Rosa Urso, Daniela Pirillo, Tiziano Caudullo, Mario Esposito e Natalino Scino) che, da anni, gestisce l'importante sede museale.