Fonte: La Redazione

"JONIPRESS" è un'agenzia giornalistica di informazione sorta nel lontano 1965 per volontà del prof. Salvatore Arena. Si tratta di un foglio dove il caro collega Arena riporta varie notizie che interessano Corigliano e non solo.

Dopo alcuni mesi di assenza la pubblicazione è ripresa, nell'ultimo numero in distribuzione abbiamo avuto modo di leggere un articolo del prof. Arena riguardante l'intitolazione dell'Atrio di Palazzo Bianchi al compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli. Questo articolo, come sottolinea lo stesso prof. Arena era già stato pubblicato lo scorso 4 luglio dal "Quotidiano del Sud". Noi ve lo proponiamo perché riteniamo importanti le sottolineature proposte dall'articolista, conoscendo il prof. Arena, decano dei giornalisti coriglianesi, hanno una loro valenza ed una portata critica ma nel senso costruttivo del termine.

Fonte: JONIPRESS agenzia giornalistica di informazione

di Salvatore Arena

L’intitolazione del Palazzo Bianchi a  David Sassoli, adibito a Palazzo di Città  n°2 (il primo è a Rossano), è giunta inaspettata e in tutta fretta anche la cerimonia  ufficiale. Il nome citato è  quello del presidente del Parlamento Europeo dal  2019 al 2022. Questo nome  è stato imposto dall’alto perché i “Fedelissimi”  hanno voluto dimostrare  che Corigliano Rossano è  il primo comune d’Italia  ad intitolargli un Palazzo  Pubblico. Benintesi nulla  da eccepire sulla bontà di  Sassoli. E’ che i rossanesi  sono partiti lancia in resta ed hanno imposto la loro  volontà col consenso di  tutti gli eterni acquiescenti  assessori e consiglieri coriglianesi.  Chi scrive queste note è  uno che nel 1946 approdò a  Rossano per frequentare il  liceo classico. Lì ho avuto  - ed ho- ottimi compagni e  amici. Ciò significa che so  già da quale stanza è partita la soffiata per il personaggio europeo. Bisogna riconoscere che si è voluto volare troppo in alto. D’altro canto è mancata l’umiltà di  scavare nella storia di Corigliano. E ciò lascia tanta  amarezza. A mio modesto parere quel  Palazzo doveva essere intitolato al primo legittimo  proprietario Sottotenente  Prof. Michele Caruso che  durante la Prima Guerra Mondiale combatté sul  Carso, compì atti eroici ed  ivi lasciò per sempre la sua  giovinezza per difendere la  nostra Patria.  Il 26 Maggio 1918, in Consiglio Comunale, Francesco  Dragosei, direttore de “Il  Popolano”, rivolse un accurato appello al sindaco per  inviare le condoglianze del la cittadinanza e dell’Amministrazione Comunale  alla famiglia Caruso per  la morte in combattimento  del Sottotenente Professor  Michele, elogiandone, nel  contempo, l’eroico comportamento. Il Sottotenente Caruso ritornato, oggi, nel suo Palazzo,  avrebbe avuto un duraturo  ricordo e riconoscimento da  parte dei propri concittadini. Non solo: forse avremmo potuto avere anche i resti o qualche effetto di  Michele Caruso.  Inoltre, questo nominativo  avrebbe ridato dignità ad  un palazzo (Bianchi) che è  stato comprato dal Comune  al prezzo di un miliardo ed  oltre di lire, mentre l’ultima proprietaria, la signora  Francesca, veniva relegata  prima in un appartamento  distante e poi in una casa  di riposo dove è morta di  recente nell’indifferenza  generale.  Per non confonderci dobbiamo dire che il Principe Caruso, padre del S.Ten  Michele, è stato il capostipite della famiglia Bianchi  di provenienza dalla Spagna. Ma le mie osservazioni non finiscono qui. Infatti,  il giorno dell’intitolazione  a cui è seguita nel Palazzo una riunione con il Prefetto  e le altre autorità cittadine,  ho notato più cose che mi  hanno lasciato sconcertato e su cui nessuno è mai intervenuto.  Ebbene, le auto del Prefetto, della Polizia, ecc.. erano parcheggiate una dietro  l’altra nell’unico spazio libero. Alla fine, l’ultima avrà dovuto effettuare marcia indietro e così tutte le altre. Naturalmente, si sarà perso molto tempo per fare questa manovra. Ho pensato dentro di me che un forsennato con un’arma avrebbe imbottigliato tutti e epoca del mio volontariato militare, insegnarono che le auto delle forze armate, devono essere parcheggiate con la parte anteriore pronte per far fronte a qualsivoglia emergenza. Attualmente, questo non è possibile ottenerlo nell’ormai ex Piazza del Popolo in quanto qualche Sindaco degli anni passati (probabilmente buontempone) tolse la sede staccata dei Vigili Urbani e per far dispetto a qualcuno ha escogitato che valeva la pena gettare nella Piazza un’abbondante colata di cemento con un bel rialzo in mattonelle, sì da lasciare un ristretto spazio per il passaggio delle auto dirette in via IV Novembre e in via Garopoli. Inoltre hanno istallato tre – quattro panchine di materiale indefinibile. Allora? Questa volta tocca al Sindaco Stasi rimediare: rimettere subito i Vigili al posto dove sono stati una vita, abbattere tutto quel rialzo e riportare Piazza del Popolo allo stato di duecento anni fa, impedire i parcheggi, consentire le fermate delle navette e consentire la massima sicurezza alle autorità che potrebbero riunirsi nell’adiacente palazzo. Inoltre non guasterebbe una pensilina per far riparare quanti attendono il pullman. Intendiamoci, la sicurezza oltre che per le autorità, vale anche per i cittadini che potrebbero tornare ad usufruire tranquillamente della piazza, della viabilità cittadina e dei mezzi di soccorso in caso di necessità con la massima garanzia. E’ un sogno, il mio. Però, so che a volte anche i sogni si avverano.

 

 

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