di Franco Oranges

E’ di stamani la ferale notizia del decesso - dopo lunga sofferenza cristianamente sopportata nella luce della Fede – di don Salvatore Pisani già Direttore dell’Ufficio Ragioneria dell’ex Comune di Corigliano.

 Lo conoscevo da anni, tanti anni… Un rapporto di stima e di affetto ci legava: lui, gigante buono, estrosa figura di galantuomo d’altri tempi, mite e umile allo stesso tempo, pur vantando origini gentilizie che affondavano le radici sin dall’800. Cresciuto all’ombra di forti arbusti – il papà Giovanni, proprietario terriero, avvinto da forti amicizie con le nobili famiglie del suo tempo e la mamma Filomena, figlia del Notaio Vincenzo Terzi – incarnò quei grandi valori, oggi in disuso, inculcatigli dalla sua famiglia, fino alla fine… Amabile e garbato, prudente e discreto, riservato e socievole, per anni, ha svolto il suo lavoro alle dipendenze del Comune di Corigliano quale Ragioniere Capo e poi Direttore dell’Ufficio Ragioneria, con onestà e rettitudine indefesse e indiscusse, con serietà e diligenza incomparabili, con una bontà indiscriminata e con spirito di servizio encomiabili. Chi non lo ricorda al Tabacchino di don Ciccio Cosentino, laddove, dopo la giornata lavorativa, si radunavano operai, professionisti, gente di ogni genere…? Cultore dell’Amicizia, quella vera, intrisa del rispetto per l’Uomo, chiunque esso fosse, col quale amava confrontarsi, discutere, chiacchierare, facendosi, così, accreditare all’unanime considerazione. La famiglia fu il suo Tutto e la sua Vita: marito esemplare e padre amorevole, visse per tramandare l’esempio, quello buono, quello santo, quello vero e autentico, di una vita improntata alla correttezza. Non imponendosi, non ordinando o comandando ma … educando con l’esempio, col sorriso, con una dolcezza innata. Caro don Salvatore, mi hai voluto bene e ti ho voluto bene. Lo sai! E sorridevi quando ti dicevo che accanto a un grande uomo vi è sempre una grande donna… e tu, annuendo, confermavi la battuta. E l’ultima volta che ho parlato con te, dall’altare della sofferenza, mi hai insegnato, ancora una volta, la felicità del morire e, con coscienza, con la lucidità e la consapevolezza di chi si appresta ad “andare dall’altra parte della strada”, mi hai ammaestrato ancor di più facendomi comprendere che lasciavi tutto in ordine, che avevi disposto tutto e…non volevi infastidire più…, convinto, alla foscoliana maniera che…sol chi non lascia eredità di affetti, poca gioia ha dell’urna. E tu, di affetto, di bene, di amore, ne hai lasciato tanto…!!! Ti sia lieve la terra, caro don Salvatore … e gli angeli ti conducano, cantando, al tuo risposo!!!

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