Il tema della Sanità deve ritornare al centro di ogni discussione. È l’obiettivo minimo che la CGIL si è prefissato, ripartendo dalla grande mobilitazione generale promossa dalla CGIL dell’intera Provincia lo scorso 5 giugno sotto gli Uffici dell’Asp.
“L’analisi che possiamo fare – è il commento di CGIL, SPI CGIL e FP CGIL del Comprensorio Pollino-Sibaritide-Tirreno – parte dall’amara constatazione che la Sanità del nostro Territorio, dallo Jonio al Tirreno passando per l’area di Castrovillari e del Pollino, si stia impoverendo ulteriormente, sia nella qualità dei servizi offerti, sia nei tempi di erogazione degli stessi. Per non parlare della prevenzione, di competenza della Sanità del Territorio, che sembra essere in piena ritirata. I LEA, come recentemente rilevato dal Ministero, si sono ulteriormente ridotti dallo scorso anno, quando già, come facevamo notare, erano abbondantemente al di sotto dei parametri minimi imposti dallo Stato. È l’ulteriore, ennesima conferma che, a distanza di circa 10 anni, il commissariamento della Sanità calabrese ha prodotto solo sfracelli. Solo nel corso del 2018, i Dipendenti dell’Asp cosentina diminuiranno di circa 200 unità, a seguito dei normali collocamenti in pensione. Un dimagrimento di Personale che si aggiunge alle fuoruscite degli anni precedenti, alle quali non è seguita un’azione di turn-over. Il commissariamento, infatti, impedisce che si possa assumere altro Personale, pur in presenza di pensionamenti. I tanti atti aziendali prodotti e bocciati, prima di arrivare all’attuale e definitivo, autorizzato lo scorso anno, la dicono lunga anche rispetto alla grave conflittualità presente nella catena di comando, che vede Regione, Commissario e Direzione Generale ASP in perenne contrasto. Anche le modalità di approvazione dell’atto aziendale manifestano forti deficienze di coinvolgimento del Territorio: non è stato sentito il Sindacato, non è stata coinvolta la struttura organizzativa del Personale dipendente, non è stata sentita la Conferenza dei Sindaci. Sono, questi, dei passaggi obbligati non per fatto formale, ma perché aiutano a penetrare nella carne viva delle problematiche esistenti nel territorio, per poter predisporre una programmazione che aiuti a superarle. E invece no! Lo Spoke Corigliano-Rossano non riesce a superare le diffidenze ataviche, perché le scelte che sono state fatte vanno in direzione della concorrenzialità e non della complementarità. L’ospedale di Trebisacce è stato riaperto solo a seguito di sentenza del Tar, ma ha bisogno di essere riempito di contenuti, se si vuole evitare l’emorragia di utenza che dall’Alto Jonio si trasferisce in Basilicata. Cariati da anni è una struttura inesistente, per scelte che rischiano di favorire esclusivamente il privato a danno della Sanità pubblica. L’ospedale di Castrovillari, centro e fulcro dell’area del Pollino, presenta molte criticità, da noi denunciate già da molto tempo. Basti solo pensare che, di fatto, da mesi non si riesce ad attivare l’Unità Complessa di Riabilitazione, pur autorizzata. Ma altre Unità rischiano il ridimensionamento, sia per riduzione di posti-letto, che per carenze croniche di Personale. Mormanno, da anni ormai, vive nel limbo. I lavori di ristrutturazione, resisi necessari a seguito del terremoto del 2013, stanno per riconsegnare alla Collettività una struttura la cui destinazione non è stata ancora definita, nonostante gli sforzi delle Istituzioni locali e della CGIL, per addivenire al più presto a una soluzione. Il Tirreno, probabilmente, è l’area con più sofferenza sanitaria. L’ospedale di Praia è stato riaperto con sentenza del Giudice, ma, come Trebisacce, attende ancora il suo assetto definitivo. L’ospedale di Cetraro ha necessità di urgenti interventi strutturali, e a fronte di una forte domanda sanitaria, non riesce a esaudire tutte le richieste, anche per carenze di Personale. La stessa struttura privata di Belvedere Marittimo, dichiarata fallita, crea un altro grave danno all’offerta sanitaria del Tirreno: quella clinica, infatti, fino ad oggi ha rappresentato un buon esempio di integrazione Pubblico-Privato, che da domani rischia di venir meno, mettendo altresì a repentaglio i 200 posti di lavoro sin qui garantiti. In tutto il Territorio, le liste d’attesa sono diventate insostenibili, attestandosi a non meno di un anno i tempi di esecuzione di ogni prestazione richiesta, ma vi sono liste di attesa anche fino a due anni. Il Cittadino, ormai sfiduciato, fa ampio ricorso alla mobilità extraregionale, anche per le prestazioni più semplici, con il risultato che la spesa sanitaria verso altre Regioni è considerevolmente aumentata. Occorre pertanto, senza faziosità o bandierine, ricreare un rapporto fiduciario tra Cittadino, Territorio, offerta sanitaria, per la qual cosa è necessario mettere a confronto l’esistente con una condizione ideale di salvaguardia e di ripristino dei livelli minimi di assistenza sanitaria. Riteniamo pertanto necessario un confronto a tutto campo con il Governatore della Regione Calabria, nonché con il Commissario Scura e con la Direzione Generale dell’ASP, per ripartire dalle problematiche esistenti e per riportare la Sanità a un livello di decenza e di credibilità che sono andate perdute in questi ultimi anni. CGIL, SPI CGIL e FP CGIL Comprensoriali, pertanto, si faranno promotori, nei prossimi giorni, di una richiesta d’incontro che coinvolga tutti i soggetti istituzionali interessati, ma anche la Conferenza dei Sindaci e le varie Associazioni che si muovono a difesa della Sanità del Territorio, e per riaprire un capitolo che va necessariamente rivisitato, se si vuole evitare di dare un’ulteriore motivazione allo spopolamento del Territorio”.
Giuseppe Guido – Segretario Generale CGIL Comprensoriale
Franco Spingola – Segretario Generale SPI CGIL Comprensoriale
Vincenzo Casciaro – Segretario Generale FP CGIL Comprensoriale