In forte aumento la patologia tra le donne al Sud con fumatrici fra le 25-34enni. A rilanciare l’allarme sono gli oncologi per cattivi stila di vita. Bisogna investire nella prevenzione.
Il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio per molti tumori e in Italia sono attribuibili a questa pericolosa abitudine ogni anno circa 93mila morti: le sigarette costituiscono la prima causa di perdita di anni di vita. A rilanciare l’allarme sono gli oncologi che, presentando il Rapporto ‘I numeri del cancro in Italia 2018’ dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), avvertono come la situazione sia preoccupante soprattutto per le donne del Sud. Il 26% degli italiani, infatti, fuma e le generazioni di giovani adulti sono le più esposte. Fra gli uomini, la quota maggiore di fumatori si registra fra i più giovani, con meno di 35 anni, più elevata fra i 25-34enni rispetto ai giovanissimi (18-24 anni). È proprio la diminuzione dei tabagisti in queste classi di età a determinare il calo complessivo dei fumatori in Italia. “Preoccupa però la situazione nel Meridione che vede un significativo aumento delle fumatrici fra le 25-34enni e una sostanziale stazionarietà di questa abitudine nelle nuove generazioni delle 18-24enni – sottolinea Maria Masocco, Responsabile Coordinamento Nazionale del programma di monitoraggio PASSI -. In generale, nelle giovani donne che vivono nelle Regioni del Sud si registra, negli ultimi anni, un preoccupante incremento di fumatrici tale da annullare il vantaggio storico, per bassa prevalenza di questa abitudine, rispetto alle donne del Centro-Nord. A questo quadro si aggiungono in queste aree le alte percentuali di altri fattori di rischio per cattivi stili di vita (sedentarietà ed eccesso di peso) e una bassa copertura degli screening oncologici per la diagnosi precoce dei tumore della mammella, del colon-retto e della cervice uterina. Per questo è fondamentale investire in campagne di prevenzione”. Fra gli altri fattori di rischio, il 17% degli italiani consuma alcol in quantità o modalità di assunzione a maggior rischio per la salute, il 32,5% è sedentario e il 42,2% risulta in eccesso ponderale (il 31,7% è in sovrappeso e il 10,5% obeso). Al Centro-Sud la quota dei sedentari è significativamente più elevata e raggiunge il 50% in diverse Regioni (toccando il 71% in Basilicata). Inoltre la Campania continua a detenere il primato per la percentuale più alta di persone in eccesso ponderale (51%), seguita da Sicilia (48,1%), Molise (47,8%) e Puglia (45,5%) con valori non molto distanti.“L’indagine sugli stili di vita è stata estesa anche alle persone che hanno ricevuto una diagnosi di tumore – conclude Fabrizio Nicolis, presidente Fondazione AIOM -. Questi cittadini presentano alte percentuali di fattori di rischio legate ad abitudini non salutari, mai abbandonate, talvolta più elevate rispetto alle persone ‘sane’. Il 20% è fumatore abituale, l’11% fa un consumo di alcol rischioso per la salute ed è relativamente bassa la quota (14%) di coloro che consumano più di 5 porzioni di frutta e verdura. Inoltre il 38% è sedentario e il 15% è obeso, Fra i pazienti oncologici sono più frequenti le azioni di contrasto ai fattori aggravanti, anche se resta ancora troppo bassa la quota di persone che tentano di smettere di fumare (42%) o che seguono una dieta per perdere peso (30%)”. Per questo, conclude, “vanno promosse campagne di prevenzione per far comprendere a questi pazienti l’importanza degli stili di vita sani anche per impedire lo sviluppo di eventuali recidive”.