Fonte: Comunicato stampa
L’analisi del voto delle elezioni politiche del 25 settembre u.s. meriterebbe una maggiore predisposizione a favorire la massima partecipazione ed il più ampio coinvolgimento esterno, per avere un quadro più completo del contesto, comprendere fino in fondo le criticità, superare le ambiguità, dare anche un contributo alla discussione più in generale in odine alla condizione del PD nazionale e all’azione e alle iniziative da intraprendere per ricostruire il partito, dalla sua definizione identitaria al progetto politico da elaborare e proporre, condividendo tale percorso con il popolo della sinistra e del riformismo democratico.
La discussione non deve rimanere ristretta al proprio interno, stante la particolare situazione che impone nuova partecipazione e coinvolgimento di tutte le sensibilità che, in uno ad una riflessione anche critica, rigorosa e più ampia sulla condizione del partito locale, provinciale e nazionale, possano ed intendano dare un contributo alla <ricostruzione> del partito. Dopo aver assistito a dichiarazioni come quelle del segretario provinciale del PD Vittorio Pecoraro, secondo il quale avremmo battuto la destra, e sottovalutando le situazioni di malessere e di disorientamento segnalate nonché delle eclatanti defezioni (Aldo Zagarese dirigente regionale, consigliere provinciale e comunale, Teresa Anastasio segretaria di Calopezzati, Giovanni Mundo segretario Giovani Democratici di Amendolara) dichiarava <che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce>, ci siamo ritrovati all’indomani del 25 settembre di fronte ad una desolante <deforestazione>. Avere preferito il comando burocratico del capo che impronta e liquida i rapporti col vecchio vizio “o con me o contro di me”, anziché avere più umiltà e maggiore capacità di ascolto del malessere, delle richieste e dei dubbi che provenivano dai dirigenti e militanti del territorio, ha reso ancora più difficoltosa una campagna elettorale già difficile. Lo stesso mancato chiarimento da parte dei vertici provinciali dei termini dell’accordo con il sindaco di Corigliano-Rossano, non solo ha creato confusione e disorientamento tra i molti dirigenti, militanti ed iscritti, ma non ha prodotto neanche il tanto sperato apporto in termini di voti. Abbiamo altresì registrato, all’indomani delle indicazioni dei candidati nei nostri collegi uninominali Camera e Senato, a dichiarazioni di dissenso per la mancanza di candidature autorevoli e rappresentative del nostro territorio, perché avrebbero potuto mobilitare consenso ed entusiasmo, per poi più recentemente sentire dichiarare che il risultato negativo del PD non è dipeso affatto dalle mancate candidature locali, non essendo una questione di nomi. Certo, oltre alle candidature e ai nomi c’è dell’altro: un partito percepito nell’opinione pubblica senza identità politica, autoreferenziale, correntizio, una classe dirigente che si autoconserva tra incarichi istituzionali e posizionamento di supremazia negli organismi interni, responsabile della sconfitta annunciata e che oggi pensa di scaricare tutte le responsabilità sul segretario nazionale Enrico Letta e di continuare a condizionare il futuro del partito, nonostante di quel sistema partitocratico non abbia disdegnato di far parte. Quando si agisce, poi, più per convenienze personali che per il bene della propria Comunità e del Partito, si affondano anche valori come la coerenza, la credibilità, la lealtà, esponendosi a <critiche>, ma danneggiando anche l’immagine del partito e rendendosi coautori della disfatta. Tuttavia crediamo che sia necessario nel nostro sistema politico la presenza di un partito dalla chiara identità della sinistra riformista, patrimonio e difensore degli ideali di giustizia e di eguaglianza, punto di riferimento delle fasce sociali più deboli, capace di ascoltare e di essere in sintonia con le istanze della società, che difenda i diritti dei cittadini e promuova politiche per il lavoro, la crescita sostenibile, la scuola, la ricerca e garantisca i servizi essenziali, come la salute, con principio universalistico. Per questo, continueremo ad interpretare i migliori sentimenti per passione, valori, comune interesse pubblico e a contribuire in tal senso e con tale impegno alla ricostruzione del partito.
Giuseppe Tagliaferro, Tommaso Savoia, Franco Cirò, Giovanni Spezzano, Franco Madeo, Carmen Fusaro, Rosaria Curatelo, Saverio Salituri, Pina Cavallo, Antonella De Simone, Giovanni Romano, Francesco Fusaro, Luigi Iacino. Carmela Dodaro, Francesca Oliveto. (membri del direttivo del PD Corigliano-Rossano).