Fonte: Comunicato stampa
Sto leggendo, in particolare in questi ultimi giorni, il grido di allarme di alcuni produttori agrumicoli della Sibaritide. Ebbene la narrazione che viene fatta, da troppi anni oramai, è assolutamente approssimativa e incompleta.
Non solo: se minimamente cerchi (e lo dico per esperienza personale) di trovare una soluzione al problema oramai insostenibile dei “costi di produzione” spariscono tutti e ti ritrovi tutti contro. Come risolvere il grave problema del “sottocosto” che viene puntualmente pagato ai produttori di agrumi, ma anche ai produttori di altre filiere ortofrutticole? Si risolve con una legge dello Stato che riconosca ai produttori di agrumi, e a tutti i produttori ortofrutticoli, ciò che spendono per produrre i propri prodotti più i contributi Inps e Inail. Naturalmente garantendo anche un reddito aggiunto per la sopravvivenza della propria azienda e della propria famiglia. Ebbene questo è il contenuto del mio disegno di legge presentato sin dall’inizio del mio mandato al Senato della Repubblica. Ci tengo a precisare che nessuna associazione rappresentativa, nessun consorzio e nessun partito politico (indistintamente) ha sostenuto in Commissione e al Governo questo mio disegno di legge. La mia battaglia è stata condotta in piena solitudine in commissione Agricoltura al Senato ma nonostante tutto ero riuscita a portarne l’iter ad un buon punto della procedura prevista, vale a dire alla votazione degli emendamenti in commissione che pur i colleghi avevano presentato (alcuni di essi abrogativi). Nelle more, dopo che era chiara la mia volontà di portare a votazione in commissione il mio disegno di legge, mi fu fatta richiesta dal Ministero dell’Agricoltura di ritirarlo perché inglobato dalle pratiche commerciali sleali. Naturalmente rifiutai con fermezza e invitai il Governo a venir a leggere il parere in merito in Commissione. Così fu. In quella occasione contestai, anche con una lettera a Mattarella, il grave eccesso di delega nell’atto di governo che ha recepito la direttiva introducendo una deroga delle pratiche commerciali sleali (direttiva UE 633/2019 che avrebbe dovuto tutelare anche in Italia il costo il produttore nel comparto agricolo) per le cooperative e le op, anche contro il parere della commissione Agricoltura Senato che aveva dato parere negativo alla deroga stessa. Chiesi al presidente della Commissione di procedere comunque alla discussione degli emendamenti presentati dai colleghi e alla relativa votazione del disegno di legge a mia prima firma sul costo di produzione. Con le vicende politiche ben note il Governo dei migliori ha finito il suo nefasto compito nel mese di luglio e tutto si è bloccato. Resta il gravissimo fatto che ancora una volta in Italia, stravolgendo atti normativi si allargano le maglie a tutela delle lobby che operano in agricoltura e non a tutela di chi si spacca la schiena, produce e si assume il rischio imprenditoriale anche in questo difficile e insostenibile momento di crisi. La mia battaglia continuerà con, e per, gli agricoltori e vi terrò informati delle mie iniziative. Resto sempre e comunque a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Sen.ce Rosa Silvana Abate Gruppo Cal-Alternativa