Fonte: Comunicato stampa
La carenza di medici e personale sanitario è diventata, nel tempo, una vera e propria emergenza. Troppi servizi ospedalieri e territoriali soffrono della mancanza di medici ed operatori sanitari.
Gli stessi obiettivi inseriti nel PNRR, se non ci sarà una inversione di rotta in tema di risorse umane, rischiano di essere disattesi. Questo quadro diventa drammatico in Calabria, regione in “Piano di rientro” da dodici anni e commissariata, con tanto di blocco totale del turnover, conseguenza del commissariamento deciso, nel 2010, dall’allora governo Scopelliti-Berlusconi. Ora che la gestione commissariale è tornata in capo al presidente della regione si sperava in una nuova stagione. E invece solo proclami quotidiani senza una strategia e senza un progetto di rilancio della sanità pubblica calabrese. Non sono stati ricontrattati, dopo dodici anni, i termini e i vincoli del piano di rientro, a partire dal debito prodotto dai commissari di governo di cui deve farsi carico lo stato. E adesso che l’emergenza è diventata quotidiana pressoché ovunque in Calabria., l’ultima trovata, dopo aver precarizzato le ASP e le AO come non mai, aver messo in campo Azienda zero – che, se va bene, partirà il prossimo anno – sono i medici cubani. Forse, prima di ricorrere a medici provenienti da Cuba, si sarebbero potuti svolgere concorsi e assumere i medici specializzandi. Da tre anni la legge lo consente e, infatti, in Veneto ne sono stati assunti 1.058, in Emilia Romagna 1.099 e in Calabria…solo 10. E la norma è in vigore solo fino al 31 dicembre di quest’anno. È evidente come non ci sia più tempo da perdere, che sia necessario intervenire subito per rinnovare il contratto integrativo regionale (AIR), per aggiornare le indennità spettanti a medici ed operatori di servizi disagiati, a partire dal 118., per attivare azioni di sostegno al rientro di giovani medici, per mettere in campo, anche con la programmazione Europea, un piano straordinario di specializzazione di medici, infermieri e di tutte le professioni sanitarie, un piano straordinario per 5000 giovani Calabresi, da concordare con le Università e le categorie professionali. Solo così potremo finalmente uscire dall’emergenza. Quanto ai medici cubani, annoveriamo la trovata tra quelle di bassa propaganda politica. Tanti, infatti, gli interrogativi sulla fattibilità di una simile iniziativa, soprattutto dal punto di vista della legislazione sanitaria e della sicurezza di pazienti e operatori che, ad oggi, non appare garantita.
Il segretario PD Co-Ro Francesco Madeo