Fonte: Comunicato stampa
A inizio mese, insieme al Coordinamento dei Produttori Ortofrutticolo Italiano di cui sono rappresentante istituzionale, avevamo dato notizia del fatto che era attivo e operativo il sistema per la presentazione delle domande dedicato alla nuova garanzia denominata “ISMEA U35”.
La U35 è rilasciata da Ismea, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, a fronte di finanziamenti bancari, per far fronte alla crisi di liquidità, destinati alle pmi agricole e della pesca colpite dai rincari energetici, del carburante e delle materie prime; copre al 100% le operazioni di credito di importo non superiore a 35 mila euro e comunque entro il valore dei costi per l’energia, carburante e materie prime registrato nel 2021, di durata fino a 10 anni, comprensivi di un periodo di preammortamento di almeno 24 mesi; è calcolata in base ai costi sostenuti nel 2021 dalle aziende, è gratuita e cumulabile con le altre garanzie rilasciate da ISMEA ed è ottenuta in via automatica con modalità analoghe a quelle già sperimentate per le operazioni “L25 COVID”. La U35 nasce da un mio emendamento ripresentato in tutti gli ultimi decreti legge emanati dal Governo prima dello scioglimento delle Camere e che non è stato mai sostenuto dalle associazioni rappresentative che si sono fortemente battute per la ristrutturazione del credito (scelta che aiuta soltanto i grandi gruppi commerciali) trascurando quelle piccole e medie imprese che ora sono in grave difficoltà. Purtroppo, però, mi trovo costretta ad intervenire nuovamente sulla questione perché la misura U35, che abbiamo ottenuto grazie al tanto lavoro fatto, non viene erogata ai destinatari. Le banche, infatti, con le scuse più disparate, non vogliono erogare i finanziamenti rendendo vana la garanzia di Ismea e lasciando imprese e famiglie nella disperazione più totale e in ginocchio a causa di quelle speculazioni in atto sia sul prezzo sia del gasolio che delle materie prime. Quindi, se da un lato Ismea dice di essere pronta ad erogare la garanzia, dall’altra gli istituti di credito dichiarano di essere ancora in fase istruttoria e di aver bisogno di altro tempo per poter accettare le pratiche e concedere, di conseguenza, i prestiti. Nessuna banca, ad oggi, ha erogato un solo finanziamento legato alla misura U35. Assistiamo ad uno scaricabarile fra enti ma la verità è che questo strumento non può essere utilizzato agli agricoltori: c’è sulla carta ma non esiste in concreto e gli agricoltori non possono accedere a questo fondamentale strumento necessario per la sopravvivenza di tante piccole e medie aziende agricole e della pesca. Un ritardo ingiustificato nell’erogazione dei fondi che, come avevo denunciato in passato, potrebbe far parte di un progetto ben più ampio destinato proprio a mettere in difficoltà i piccoli imprenditori, costringerli a vendere le propria impresa affinché si concentri gran parte della proprietà agricola nelle mani di “latifondisti” che già da anni stanno operando nel settore per andare in questa direzione. Mi giungono notizie, poi, che già in molte aziende, ci sarebbe stato l’accesso dell’ufficiale giudiziario e, se la misura non sarà erogata nel più breve tempo possibile, le banche metteranno le mani su tante picche medie aziende che potrebbero poi essere messe all’asta e finire, appunto, nelle mani dei grandi proprietari terrieri. Invito, per questo motivo, il Governo e il Ministero dell’Agricoltura - anche se in carica solo per gli affari correnti - a verificare cosa stia succedendo in merito alla U35 e perché le banche non la stiano erogando. Questa situazione di stallo non è più procrastinabile perché l’emergenza aumenta giorno dopo giorno con l’inasprirsi della crisi e presto molte aziende potrebbero finire in default.
Rosa Silvana ABATE - Senato Gruppo CAL-Alternativa / Commissione Agricoltura - Marco Dallera - Segretario nazionale COPOI /Coordinamento Produttori Ortofrutticolo Italiano