Io che tre anni fa ho chiesto ai cittadini di Corigliano Rossano di votare per il sindaco Stasi, sento oggi il dovere di prendere le distanze dalle scelte che da tempo ormai sta compiendo e i cui esiti e danni amministrativi abbiamo tutti davanti ai nostri occhi.
Ma anche per le condizioni di abbandono, divisione ed isolamento che stiamo vivendo e per lo stato comatoso in cui ha contribuito a ridurre la politica in città. Tanti si fregheranno le mani per questa mia posizione, che in verità non è nuova, ma siamo persone oneste e ben diverse erano le premesse nella campagna elettorale del 2019: partecipazione, risveglio delle coscienze, capacità e voglia di riscatto per il nostro Comune, costruzione dalle fondamenta di una nuova e robusta idea di città, valorizzazione del dialogo e della capacità di ascolto ad ogni livello come strumento rafforzamento del nostro ruolo e della funzione di Corigliano-Rossano nel panorama regionale. Non sterili e pompose rivendicazioni o pur nobili suggestioni, ma massima e concreta evidenza nelle cose e negli atti propri di una rinnovata ed autorevole classe dirigente, capace di rafforzare nei fatti il ruolo e la funzione della nuova città. Riconosciamo ed affermiamo dunque, con onestà, che niente di tutto questo si è realizzato! Anzi con l’ultima scellerata e maldestra scelta del Sindaco Stasi di provare ad imporre a tutti i costi la sua candidatura alla Presidenza della Provincia, le cose per la nostra città si sono maledettamente aggravate. Sia sul piano amministrativo, perché alla già pesante situazione in città e alle tante criticità il “diversivo” e la velleità del sindaco alla scalata della provincia, il suo totalizzante interesse per la sua personale carriera politica rischia di abbandonare definitivamente Corigliano-Rossano e tutti i suoi cittadini ad un amaro destino. Sia sul piano politico perché per questa via cresceranno solo divisioni e contrasti, si frantuma ulteriormente il quadro politico cittadino, si alimenta l’antipolitica a favore di un becero e sterile movimentismo, si fa crescere la sfiducia e si rafforzano le forze più retrive, dando vigore alla voglia di rivalsa della peggiore destra che in passato ha portato persino allo scioglimento del comune di Corigliano per mafia. Ha ben pensato Stasi di occuparsi, come un qualunque capo bastone e signore delle tessere, alla scalata del PD, lanciando un’OPA ostile con l’intenzione di cercare la più brutta delle scorciatoie per rafforzare la sua ormai anemica ed inesistente maggioranza e provando a ridurre anche il PD ad una forza silente e succube di quella cultura dell’uomo solo al commando, che tanto ricerca e tanto pensa gli sia congeniale. Rinunciando invece all’unica possibilità che aveva, dopo la crisi che da subito ha investito la sua maggioranza, di aprire davvero una fase nuova, con spirito davvero costruttivo, generoso e dialogante verso forze come il PD, per costruire un nuovo progetto di rilancio dell’azione amministrativa, basato sulle vere priorità della città e su un patto trasparente e alla luce del sole, ben lontano da ricercati accordi sottobanco e pericolose desistenze . Invece che occuparsi della sua città e dei bisogni dei cittadini ha sfogato i suoi istinti di conquista di nuove posizioni. Anche quando aveva avuto modo di capire che una sua siffatta candidatura avrebbe danneggiato (se non se ne è accorto è cosa ben più grave) oltre che le sue stesse aspirazioni, la vittoria del centro sinistra nella Provincia, che a questo punto rischia per colpa esclusiva di Stasi e delle sue mire espansionistiche, di finire nelle mani del centro destra della Succurro e della Straface. Perché è assai evidente che con questa assurda ed incomprensibile candidatura alla Presidenza della Provincia, voluta in perfetta solitudine e in spregio ad un benché minimo di spirito di condivisone e rafforzamento di un ruolo, si spinge per la vittoria del sindaco di San Giovanni in Fiore di centro destra, contro il candidato del centro sinistra Ferdinando Nociti sindaco di Spezzano Albanese, che da sempre ha provato invece a dare voce e forza all’intera sibaritide. Cosa questa che oggi viene nei fatti ostacolata proprio dal sindaco di quella città, Corigliano Rossano, nata proprio per ambire a un diverso e più forte ruolo dell’intera Piana di Sibari come terra accogliente, progressista e democratica. Neanche in un momento drammatico per l’umanità intera a causa di questa assurda guerra è riuscito a mettere in secondo piano siffatte mire. Allora basta davvero! Si metta a nudo e venga allo scoperto questo assurdo stato di cose. Si apra a tutti i livelli e senza più reticenze il dibattito su questa situazione che blocca le aspirazioni e le speranze di una città intera, di un territorio e di una politica ferma alle schermaglie e ai meri destini personali, in vista ormai del grande appuntamento, fra appena due anni, per la costruzione di una forte e credibile alternativa di centrosinistra. Quello vero, consapevole dei propri limiti e dei propri errori, ma umilmente impegnato a risalire la china del baratro e delle difficoltà di questi anni. Un centro sinistra che vuole riprendere il cammino della ricostruzione e della Rinascita per riconnettersi con le pieghe più profonde della nostra società e ricostruire un campo largo di dialogo, collaborazione ed impegno comune, mettendo in piedi un solido progetto collettivo. Fatto di mille e mille donne e uomini, esperienze e professionalità e non di solitari e tristi uomini soli al comando. La speranza passa sempre per la moltitudine di saperi e sentimenti. Per la capacità di far vivere non solo momentaneamente dei sogni ma per provare ogni giorno con umiltà e pazienza a realizzarli.
Pino Le Fosse - Assemblea Regionale PD