«Si può triturare un fondo da 100 milioni di euro destinato alla rivitalizzazione in chiave turistica e culturale dei Comuni, premiando praticamente tutti e tutti allo stesso modo gli enti partecipanti? In Calabria si può.
È quello che è avvenuto con il bando sui borghi». È quanto si legge in una nota del capogruppo Cdl in consiglio regionale Gianluca Gallo. «Un’occasione sprecata – afferma il consigliere regionale – l’ennesima. Nei giorni scorsi il governatore ha chiamato a sé sindaci ed amministratori da tutta la Calabria per assegnare loro un contentino. In realtà, quasi nessuno è tornato a casa contento. Le somme disponibili ammontavano a 100 milioni di euro. Ad usufruirne, sono stati 359 enti. Ne vengono fuori una media di finanziamento inferiore al minimo di 300.000 euro fissata nel bando stesso e, soprattutto, progetti diversi e di importo differente premiati in egual modo e misura. È evidente come un tale modo di procedere e di intendere la programmazione dei fondi europei finisca con il tradursi in semplice strumento di cattura del consenso a fini elettorali. Una condotta riprovevole, peraltro sdegnosamente respinta al mittente da moltissimi dei sindaci interessati, sebbene ignorata nelle veline diffuse dalla Cittadella. Le misure per il rilancio dei borghi calabresi avrebbero dovuto contribuire a promuovere le eccellenze. Invece, finiranno con l’essere la solita trovata da campagna elettorale, per come da tempo avevo denunciato, presentando sul tema un’interpellanza con la quale evidenziavo criticità che, puntualmente, si sono trasformate in farsa politica ed amministrativa. La scadenza dei termini di presentazione delle istanze, originariamente fissata al 18 luglio 2018 fu prorogata anche dietro mia richiesta pubblica al successivo 18 settembre, per consentire una partecipazione quanto più ampia possibile. Però la Commissione valutatrice si è insediata solo cinque mesi dopo, a metà febbraio nel 2019. Eppure, in due sedute consumate nell’arco di appena una decina di giorni, le è stato possibile compiere l’istruttoria ed emettere il verdetto: pubblicizzati i nomi degli enti ammessi a finanziamento, senza alcun’altra spiegazione. In nome – conclude Gallo – della più becera strumentalizzazione delle risorse pubbliche, a sostegno di una campagna elettorale lanciata da più d’un anno sulla pelle dei calabresi».