Dopo 20 mesi di silenzio Gianni Papasso torna a parlare. E lo fa, con un incontro – conferenza stampa dal titolo “Giustizia e Verità” all’indomani della sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro sulla questione dell’incandidabilità che lo riabilita a tornare in campo nel pieno delle funzioni e delle facoltà

perché, recita la sentenza: “nell’agire non ha influenzato e permesso alcuna infiltrazione mafiosa”. In un bar di Marina di Sibari, l’ex sindaco ha voluto incontrare i giornalisti e la “sua gente”, con l’intenzione di spiegare l’accaduto. In primis un ringraziamento ai suoi figli, alla famiglia e agli amici “che in questi mesi, difficili – si legge in un comunicato stampa – di estrema sofferenza soprattutto psicologica, gli sono rimasti accanto, non negando che mai avrebbe immaginato nella sua vita politica di venire sciolto per mafia, lui che la mafia l’ha sempre combattuta e ne ha subito ritorsioni note alla cronaca”. Da qui la sua versione: “Chiaro è che dopo due gradi di giudizio che hanno sancito lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Cassano e due che, invece, stabiliscono “regolare” l’operato amministrativo del sindaco, veramente viene da chiederci se qualcosa di strano è successo, se davvero si è voluto scherzare con le sorti di un paese e della sua gente. Papasso ha sempre sostenuto di essere un sindaco scomodo per molti perché il suo operato stava portando risultati, non a sé stesso, ma alla collettività cassanese, e per i no coraggiosi che è riuscito a dire evitando, per esempio, che il territorio sibarita divenisse una cittadella del migrante. A proposito ha detto che la sua amministrazione è stata per una accoglienza regolamentata, solidale, responsabile e contro la speculazione che si registra sulla sofferenza umana. Papasso ha sottolineato però che per Cassano lo scioglimento è stato di “tipo preventivo”, anzi con gli atti consumati dalla giunta e dal consiglio comunale quali la mozione di sfiducia al Presidente del Consiglio, l’approvazione del regolamento sulla concessione di contributi assistenziali, l’approvazione del regolamento per l’applicazione delle sanzioni in materia di abusivismo edilizio, molto altro e, soprattutto, il dibattito sviluppato e partito proprio da Cassano sui facili scioglimenti, sono state gettate chiarissime basi per richiedere una revisione della legge sugli scioglimenti che è fortemente dannosa e non fa sicuramente del bene alle comunità interessate . Papasso ha spiegato, nuovamente, uno per uno i nodi che hanno portato allo scioglimento, frutto di relazioni appositamente gonfiate e che in alcuni casi contengono autentici falsi, rimarcando l’agire trasparente dell’amministrazione e chiedendo come mai, se quegli atti sono imputabili non sono stati ritirati, annullati, revocati. Papasso ha anche spiegato che le ditte che attualmente hanno commesse con il comune di Cassano, sono le stesse che lavoravano con l’ente al momento dello scioglimento. Papasso ha ringraziato, ancora una volta, e profondamente il suo collegio difensivo: l’ avv. Vittorio Cavalcanti, Il prof. Franco Gaetano Scoca, l’ avv. Antonio Senatore. L’ex sindaco ha messo in evidenza lo stato di abbandono in cui si trova il territorio comunale, il pericoloso e costoso danno di immagine del comune e dei suoi cittadini. I tanti finanziamenti persi. Il ruolo di subalternità che Cassano svolge rispetto ad altre comunità. Si è chiesto chi risarcirà i cittadini di tutti i gravissimi danni socio-economici-culturali che stanno subendo. Papasso si è anche soffermato sulla scottante e mortificante vicenda del cimitero ove forte è ritornata la speculazione, ove si stanno verificando pericolosi favoritismi”. In merito ad una eventuale prossima discesa in campo, queste le sue parole: “In cuor mio ci sono due scelte contrastanti: una dice di lasciar perdere, ho sofferto troppo! L’altra mi dice di continuare e scendere in campo, rimboccarmi le maniche per lavorare per il bene di questo paese che io amo e che voglio servire. Sono corteggiato anche per una probabile candidatura alle prossime Regionali, ma sinceramente, anche se ciò mi onora e mi alletta, io voglio fare il Sindaco di Cassano”.

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