E’ dal 2017 che si è sostenuta la necessità di una adeguata dotazione finanziaria per la buona riuscita della fusione Corigliano Rossano. Qualcosa di più di quella prevista dalla normativa via via modificatasi, in considerazione della particolarità del caso Corigliano Rossano, per dimensioni e complessità.
I documenti prodotti in ogni sede politica ed istituzionale e gli articoli pubblicati stanno lì a testimoniarlo ed a dissuadere chi voglia polemizzare inutilmente. Si sono registrati silenzi, indifferenza e qualche considerazione inopportuna. Rare le manifestazioni di interesse. Ora che le cose sono andate peggio del previsto, da più parti ci si affretta a prendere posizioni incredibili e sconcertanti. La notizia rimbalzata nelle ultime ore è l’assegnazione a Corigliano Rossano di soli € 845.000 come contributo statale straordinario per l’anno 2019. In verità lo si sapeva almeno dal 6 giugno scorso, quando nella Conferenza Stato/Città è stata operata la ripartizione dei fondi approvando lo schema di decreto del Ministero dell’Interno guidato da Salvini, in cui il Sottosegretario leghista che la presiedeva ha dettato la linea del Governo in tema di Fusione di Comuni: linea del tutto restrittiva fino alla paventata abolizione nel tempo dei contributi statali. Linea che pare sconosciuta ai Parlamentari 5 Stelle, che pure fanno parte della maggioranza. O no? Sostengono sia stato un successo che nulla sia cambiato, cioè che non siano stati ridotti i fondi annuali del 2018 pari ad € 46,5 milioni. Salvo che, se i fondi rimangono invariati e le fusioni aumentano, si riduce la quota per ciascuno. Non pare sia così difficile da capire. Perciò, sapendo che nel 2019 si sarebbe aggiunta quanto meno la fusione più grande d’Italia, quella di Corigliano Rossano che li riguarda da vicino, che cosa hanno fatto in sede parlamentare per incrementare la dotazione dei fondi o per modificare i criteri di assegnazione? È disarmante la loro impotenza ad incidere sulle scelte. Fanno tenerezza le loro inconsistenti difese. Dall’altra parte uno spettacolo indecente lo offrono i Consiglieri Regionali che pretendono di occuparsi della questione, addirittura puntando l’indice accusatorio contro gli altri. Consiglieri regionali che ci hanno propinato una pessima legge, senza copertura finanziaria, varata con una tempistica che ha costretto ad una gestione commissariale lunga, inutile e dannosa, evitabile se solo la legge fosse entrata in vigore 45 giorni prima. Sordi alle indicazioni e raccomandazioni formalizzati in atti ufficiali presso la Regione. Ed omettendo, dopo, di fare quanto da loro dovuto: nessun contributo erogato in base alle norme vigenti; la redazione del piano di riordino territoriale mai vista; assistenza tecnica e formazione del personale negata; inesistenza di iniziative per la stipula di Accordi di programmi e la canalizzazione di Fondi comunitari. Tutto contenuto in un ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale, rimasto lettera morta. Un’autentica vergogna. Comunque, la situazione di incertezza avrebbe dovuto indurre a prudenza e cautela nel fare promesse su cui acquisire consensi nella campagna elettorale. Chi oggi è chiamato a misurarsi con la dura realtà del Governare, forse riesce finalmente a percepirne la distanza abissale dai comodi atteggiamenti protestatari e di contestazione. Certamente occorre prepararsi a dure vertenze con Stato e Regione, ma nell'immediato bisognerà prendere coscienza della situazione, fin dalla prossima manovra di assestamento di bilancio, nella difficile ricerca di dare risposte ai cittadini tenendo nel contempo i conti in ordine. Le Città di Corigliano e Rossano davano fastidio ad alcuni centri decisionali; il Comune unico fa loro paura. Qualcuno deve aver pensato di sopprimerlo nella culla o di infliggergli gravi menomazioni che lo pongano nella condizione di non nuocere per il prossimo futuro. Occorre prendere consapevolezza di ciò e dare risposte adeguate di Comunità, senza divisioni.
Avv. Nicola Candiano