Scrivo, anche a nome dei miei colleghi calabresi, respingendo al mittente le accuse che si stanno susseguendo in queste ore, accuse assolutamente infondate, strumentali e vergognose volutamente e ad arte imbastite contro i deputati calabresi dei 5 stelle “rei” di avere votato contro un ordine del giorno presentato dalla deputata PD Enza Bruno Bossio in occasione dell’approvazione della legge di conversione del decreto sbloccacantieri.

Abbiamo, tuttavia, la prova “provata” di come, tra ieri e oggi, si sia consumata e si stia consumando l’ennesima sceneggiata mascherata da tragedia nella quale attori consumati non hanno esitato a distorcere fatti e situazioni, cercando di sacrificare la verità sull’altare del loro ambizioso quanto impossibile tentativo: Riacquistare credibilità agli occhi dei calabresi. Peccato però che le bugie abbiano le gambe corte. E che ormai il re sia inequivocabilmente ed irrimediabilmente nudo. Capita così che la deputata Enza Bruno Bossio si svegli dal letargo che per anni ha afflitto tanto lei quanto il suo partito in relazione ad alcune tematiche ed alcune aree della Calabria e decida di recitare a soggetto, emulando il suo presidente della regione, già lanciato in campagna elettorale, pur avendo entrambi altri argomenti di cui occuparsi e preoccuparsi. Capita così che qualcuno, generalmente comparse di quarto ordine, riprendano le balle spaziali dei primi attori e le rilancino facendo da cassa di risonanza al limite della diffamazione e della quale, state sicuri, parleremo in altra sede. Capita così… fatevene una ragione, purtroppo per voi… che la gente conosca le persone e le valuti non già in base alle libere chiacchiere e agli insulti gratuiti, ma in base al loro operato e al loro impegno quotidiano, prima nella società civile e, quindi, con lo stesso entusiasmo in politica per la propria terra e i propri concittadini e le metta a confronto con la miriade di chiacchiere, promesse non mantenute che si tenta di celare dietro rocambolesche e fantasiose accuse. Perché allora, presentare un odg chiedendo un impegno da parte del Governo sulla SS 106 e segnatamente per il tratto Roseto/ Sibari? Quale impegno dovrebbe reiterare il Governo se i lavori del terzo megalotto non sono ad oggi decollati per motivi diversi da quelli pretestuosamente indicati nell’ordine del giorno e ben conosciuti da tutti. Si impone, allora un memento per coloro che si sono distratti e tendono a dare credito a tutti i soggetti che in queste ore si arrampicano sugli specchi dai quali, si sa, è facile cadere e anche farsi male. Maggio del 2018, praticamente un anno fa. Nel corso di una iniziativa che si tenne al Museo archeologico di Sibari, il presidente di “Sirjo scpa”, Pietro Mario Gianvecchio, società preposta alla realizzazione dei lavori, illustrò il contenuto del progetto, il cronoprogramma delle attività, gli impatti territoriali con le ricadute economiche ed occupazionali. L’avvio delle attività del primo lotto, per un finanziamento di duecentottantacinque milioni di euro per il tratto che da Sibari conduce allo svincolo di Trebisacce, era stata già avviata con le procedure di esproprio e immissione in possesso dei terreni con, a valle, le successive attività di eliminazione delle interferenze e bonifica degli ordigni bellici. Erano, inoltre, in corso le attività di perfezionamento degli elaborati progettuali, a seguito delle più recenti prescrizioni del Consiglio superiore dei lavori pubblici, per avviare anche le attività del secondo lotto che da Trebisacce, invece, arriva a Roseto Capo Spulico. Ottobre del 2018. Rispondendo ad una interrogazione presentata nella seduta del Consiglio Regionale della Calabria, l’assessore alle Infrastrutture, Roberto Musmanno precisò come non ci fosse nessun ritardo sulla partenza dei cantieri della tratta Sibari-Roseto. Secondo quanto riferito da Musmanno il contraente generale, composto dalle imprese Impregilo e Astaldi, avrebbe avuto tempo fino al 16 marzo del 2019 per consegnare il progetto esecutivo. L’Anas avrebbe, poi, dovuto provvedere ad approvare il progetto entro novembre 2019 e solo allora ci sarebbe stata la consegna dei lavori. Novembre del 2018.Il Sole 24ore, è la prima testata ad affrontare la questione della crisi di Astaldi rivelando che la società versa in una situazione economica critica e lo stesso Musmanno in consiglio regionale riferisce che l’impresa ha richiesto l’avvio della procedura di concordato preventivo presso il tribunale di Roma. Marzo del 2019. Anas (Gruppo FS Italiane) comunica che il Contraente generale (Sirjo) aveva richiesto uno slittamento di 3 mesi per la consegna del progetto esecutivo dei lavori di costruzione del 3° Megalotto della SS 106 'Jonica' a causa delle difficoltà finanziarie che hanno interessato la società Astaldi, pur impegnandosi a recuperare il ritardo della consegna del progetto esecutivo in fase di realizzazione dell'opera e mantenendo così invariato il tempo complessivo previsto contrattualmente. Alla luce di tali considerazioni risulta evidente il tentativo di strumentalizzare l’ordine del giorno che ovviamente non poteva essere accolto poiché il Governo non aveva alcun bisogno di reiterare il proprio impegno che non si è finora concretizzato con l’avvio dei lavori non già per propria colpa, bensì esclusivamente per le conclamate difficoltà economiche della società affidataria dei lavori. Queste cose dovrebbero essere risapute tanto dalle associazioni, quanto e soprattutto dalle deputate Wanda Ferro ed Enza Bruno Bossio, accesa sostenitrice del Governatore Mario Oliverio. Invece di buttare fango ad ogni piè sospinto su questo Governo e su un Ministro come Toninelli che ha risolto in poco tempo questioni spinose come quelle del Porto di Gioia Tauro e sta lavorando per dotare di collegamenti veloci e nuovi treni la Calabria, spieghi la Bruno Bossio ai cittadini calabresi perché il Governo Renzi con Graziano Delrio, Ministro dei Trasporti ha regalato la Sibaritide e il Crotonese alle società del trasporto su ruota, cancellando di fatto ferrovie e treni veloci. Se da Corigliano a Crotone manca addirittura l’elettrificazione della linea e si viaggia su treni diesel si chiama mancanza di programmazione che non può essere addebitata a questo governo. Semmai si tratta di un problema politico e amministrativo che va addebitato esclusivamente agli ultimi vent’anni e, quindi, al centrodestra e al centrosinistra che hanno amministrato la Regione (e la Nazione), uno scempio al quale cerchiamo e cercheremo ogni giorno di rimediare. La Statale 106, dunque, compare tra le “grandi opere” italiane e “cantieri aperti” perché, chi parla senza conoscere lo stato delle cose realmente, sappia che i lavori di sminamento su tutti i 38km del tratto Sibari-Roseto sono quasi conclusi. E i sindacati, tra gli altri, stanno già aiutando le maestranze locali a inviare il curriculum per poter essere assunti e lavorare alla costruzione della più grande opera pubblica del sud. Manca solo che Astaldi risolva i propri problemi economici e non manca molto. È di queste ore, infatti, la notizia che “Progetto Italia”, la realizzazione del maxi polo delle costruzioni italiano che passa dal salvataggio di Astaldi e promosso da Salini Impregilo, potenzialmente in asse con Cassa depositi e prestiti, compie un altro passo avanti verso il buon fine dell’operazione. Le bugie hanno le gambe corte e la maxi operazione di discredito torna come un boomerang su chi la lancia. Esiste ancora un’etica in politica o Machiavelli è sempre il padrone della scena?

 

Elisabetta Barbuto (M5S Camera - Commissione trasporti)

(a nome dei Parlamentari Calabresi in particolare cit. Misiti, D'Ippolito, Parentela, Abate, Sapia, Scutellà, Corrado, Tucci, Melicchio e Orrico).

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