Di seguito la nota stampa di Rosa Silvana Abate (M5S Senato) – Francesco Sapia (M5S Camera) – Movimento M5S Corigliano Rossano Sibaritide. Fusione Corigliano-Rossano, Abate e Sapia (Parlamentari M5S Corigliano Rossano): «In un anno e mezzo di governo del commissario Domenico Bagnato non siamo riusciti ad avere una relazione sullo stato della fusione.

Una presenza infruttuosa e le ultime bocciature arrivano dalla gestione delle tematiche ambientali». «La presenza infruttuosa del Commissario Bagnato in città – raccontano i due parlamentari del Movimento 5 Stelle – volge al termine. Con le elezioni di domani verrà sancito ufficialmente il passaggio dalla sua reggenza a quella del futuro sindaco. A febbraio egli stesso dichiarò che “Sarà compito della Politica, a partire dalle prossime elezioni amministrative, far valere la forza di una città di quasi 80 mila abitanti e che strategicamente potrà ottenere risultati che oggi non possono esserci”. Territori e abitanti avrebbero già dovuto ottenere dei benefici, era solo questo l’intento dell’unione delle due città. A nulla è servito chiedere immediatamente dei tavoli istituzionali per individuare il percorso migliore per l’unificazione dei servizi. E non è stata mantenuta nemmeno la promessa che ci sarebbe stato un contatto costante e continuo con i cittadini e le parti sociali». «Anche oggi – insistono Abate e Sapia – fatichiamo ad avere notizie certe sullo stato di cose. A due giorni dalla fine ufficiale dal commissariamento di Domenico Bagnato e a oltre un anno dalla nostra ultima richiesta non siamo riusciti ad avere una relazione sullo stato della fusione e a conoscere se e quali presupposti. Bagnato aveva promesso di convocare una conferenza stampa e spiegare lo stato dell’arte. Raccontare, cioè, ai cittadini come stanno le cose e che entità hanno le difficoltà tecnico-finanziarie che ci sono state in questi mesi per fare in modo che la gente capisse molte cose. S’è voluto far finta di nulla fino alla fine. Resteremo con la sua dichiarazione dove ha affermato che “è stato un anno di transizione”. Un precedente pericoloso perché ora l’anno e mezzo di commissariamento e tutto quanto non è stato fatto verrà utilizzato come scappatoia per gli errori amministrativi futuri commessi da chiunque si troverà ad amministrare Corigliano Rossano». «La fusione – insistono – deve portare alla creazione della terza città della Calabria, cambiare il futuro dei suoi oltre ottantamila abitanti. Conoscere lo stato delle cose prima di votare avrebbe permesso ai cittadini di fare delle scelte più adeguate. L’ultima bocciatura arriva da questioni ambientali. In comune ci si fregia di aver organizzato il Plastic Free day che mirava a sensibilizzare la collettività sul problema dell’invasione da plastica nei nostri mari e sulle coste italiane ma il commissario non ha mosso un dito per portare la differenziata nel porto, ne ha preparato la documentazione per il sindaco che verrà. Una vittoria di Pirro. Senza contare quanto emerso dalla riunione in Prefettura in cui si è discusso del depuratore di Lido Sant’Angelo. L’impianto era stato sequestrato un paio d’anni fa dalla Procura di Castrovillari perché in condizioni pietose, era al collasso a febbraio, una settimana fa abbiamo scoperto che è in condizioni ancora peggiori segno di come la struttura commissariale non abbia fatto nulla in questo settore nonostante l’impianto serva una vasta area e la struttura sta fisicamente collassando rischiando un grave danno ambientale e imprenditoriale per i lidi e le strutture della zona. Infine, negli ultimi giorni ha preferito continuare a fare altre scelte “politiche” con dirigenti e staff di comunicazione, decisioni che ormai competerebbero al nuovo sindaco e con le quali è andato contro le sue stesse parole quando a febbraio disse che alcune scelte “politiche” sarebbero state demandate al futuro sindaco. Una gestione approssimativa e che ha scontentato quasi tutti: il saluto di una rappresentanza sparuta di dipendenti comunali al suo discorso di saluto la dice tutta sulla sua gestione. Questo è quanto non facendo mancare a lui, in ogni caso, il nostro saluto istituzionale».

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