Il porto di Amburgo, lo sviluppo di Hong Kong, i centri storici della Toscana, il lungomare da Rocca Imperiale a Cariati ed oltre, concorsi taroccati a manetta (solo ai candidati “buoni”) che porteranno al tasso di occupazione di Stoccolma, uffici comunali ovunque, ospedali ogni tre condomini ed infine, al posto dell’Enel, una piramide a futura memoria di sua maestà, il Sindaco.
Più che una campagna elettorale, ho l’impressione di partecipare ad una sagra di paese, e non per il clima disteso tipico di tali avvenimenti, piuttosto per il tasso alcolico che, almeno, giustificherebbe la sequela ininterrotta di proposte indecenti che i nostri concittadini sono costretti ad ascoltare o leggere sistematicamente in queste ore. Si badi bene: il punto non è che qualcuno sbaglia. Si tratta di una scelta premeditata: quella di una campagna elettorale – progettata a pagamento – e basata su ammucchiate politiche e scemenze ad orologeria. Se a questo aggiungiamo i giornalisti a gettone, cioè quelli vestiti da giornalisti ma che per campare fanno gli articoli a favore dei propri candidati-datori di lavoro in nero, il quadro è completo. Il tutto secondo il vecchio schema della classe politica che ha governato finora, ovvero la stessa che si sta candidando negli altri schieramenti seppur timidamente mascherata dal civismo last-minute, secondo il quale ad ogni elettore corrisponde uno stolto incapace di distinguere le fesserie dalle cose serie. Ed invece noi pensiamo non sia così. Ecco perché stiamo andando strada per strada a diffondere l’innovativa visione di una città normale. Una “città” innanzitutto, non l’accozzaglia di edifici e lottizzazioni generata dal combinato disposto di interessi privati del cemento ed amministratori compiacenti, i quali spesso si incrociano già in campagna elettorale, con appoggi diretti ed indiretti, proprio come sta succedendo ora. Noi abbiamo liberamente deciso di farne a meno (e si vede) perché riorganizzeremo ed interconnetteremo la città liberamente, senza cambiali elettorali da dover pagare. E poi l’idea di una città normale significa andare a mettere mano a tutto ciò che i nostri predecessori hanno sistematicamente eluso, a partire dai servizi primari. Lo ammetto: chi parla di sviluppo turistico da capitale europea in una città che nel 2019 non ha nemmeno una rete fognaria completa, mi fa sincera tenerezza. E si potrebbe parlare di rete idrica, di mobilità interna, di mancata valorizzazione del patrimonio comunale, di piano spiaggia, di trasparenza amministrativa e mille altre cose. Questioni serie che noi sapremo già come affrontare perchè abbiamo costruito in anni le competenze per farlo. E seppur sarebbe umanamente interessante vedere coloro i quali stanno vendendo asini volanti alle prese con la amministrazione della città, tra idee strampalate e continue dispute interne visto il guazzabuglio di interessi che li sostiene, dal punto di vista amministrativo questo rappresenterebbe la pietra tombale ad ogni ipotesi di ripartenza per un territorio già al collasso. Ma soprattutto una città normale è una città politicamente autonoma, cioè governata da persone che effettuano le proprie scelte senza dover chiedere il permesso a nessuno, e dovendo rendere conto solo dei propri concittadini. Questa sì che è un’idea innovativa a Corigliano-Rossano, laddove tutto ciò che era istituzionalmente alienabile è stato già svenduto. E fatemi capire, tra un treno supersonico ed un aeroporto e l’altro, a rappresentare l’autonomia della nuova città dovrebbero essere gli stessi soggetti che finora hanno barattato l’intero territorio, pezzo per pezzo, con le proprie carriere personali, solo perché ora indossano il soprabito della lista civica? Noi crediamo di sapere cosa vogliono i nostri concittadini, cosa vogliono soprattutto i giovani che sono rimasti e quelli che sono andati e vorrebbero tornare, e siamo certi di ciò che intendiamo costruire noi una volta al governo della città: una città normale, libera dalla cappa di loschi interessi, viltà politica ed incompetenza che ci ha devastato in tutti questi anni e che rischia di sommergerci definitivamente. Questo è ciò che faremo noi. Il resto sono barzellette da campagna elettorale che lasciamo ad altri.
Flavio Stasi Portavoce della Coalizione Civica per Flavio Stasi Sindaco