Oltre 400 ricercatori sono stati assunti dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.
A darne notizia è la senatrice Rosa Silvana Abate. Il Crea – ha continuato Abate – rappresenta il principale ente di ricerca al servizio delle aziende agricole, uno strumento fondamentale da valorizzare nel migliore dei modi per lo sviluppo del settore agroalimentare italiano. I ricercatori che da tempo erano in attesa di un contratto. È una tappa fondamentale per il percorso di crescita voluto dal Governo. Perché è proprio grazie alla ricerca e alla cooperazione che può essere superata anche la crisi di produzione che quest’anno ha investito gli agrumeti della Sibaritide. Avevamo già audito in Commissione agricoltura i ricercatori del Crea per sentire le loro proposte e i loro problemi. Il loro lavoro di ricerca può essere fondamentale per risolvere i problemi della Sibaritide. In queste settimane agricoltori, imprenditori, organizzazioni produttori hanno più volte denunciato come il comparto agrumicolo della Piana di Sibari, uno dei settori più importanti dell’agroalimentare regionale e nazionale, sia in crisi. La vendita delle clementine e delle arance è in una in fase di stallo. I problemi sono dovuti alla poca produzione scaturita dalle avverse condizioni meteo oltre che ad un mercato ridotto all’osso. A denunciare la grave situazione è Cristian Vocaturi, vicepresidente nazionale e presidente regionale di Agrocepi. La crisi, oltre che ai cambiamenti del clima che segnano ormai da sempre le stagioni con forti ricadute anche sul settore agricolo, si deve anche al prezzo e ad una relativa diminuzione di vendita del prodotto. Tre concause che hanno fatto segnare una importante calo percentuale di fatturato che sta mettendo a dura prova l’intero settore agrumicolo della nostra regione. Per uscire da questa impasse si deve puntare inevitabilmente sulla ricerca. I brevetti e le innovazioni serviranno proprio a trovare delle valide contromisure a queste concause; che mai come quest’anno hanno messo in ginocchio i produttori della Piana di Sibari. Nelle prossime settimane ne discuteremo nel corso di un convegno che stiamo organizzando per valutare le adeguate contromisure. Fermo restando che anche il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo è al lavoro per risolvere la problematica. Sono impegnata personalmente in commissione, infatti, sulla definizione e gli interventi da attuare per individuare e bloccare le pratiche sleali in agricoltura che creano problemi soprattutto a territori come il nostro. Siamo passati dagli iniziali 50 milioni di euro di soglia a 350 milioni di euro. Oltre al necessario lavoro di prevenzione, aziende e piccoli produttori-imprenditori (singoli o associati) potranno denunciare in modo anonimo, eventuali parti che sleali adottate dalla grande distribuzione e permettere, così, agli organi competenti di interventi. Siamo al lavoro, in poco più di sei mesi abbiamo già raggiunto risultati soddisfacenti.