Obbligato a non lasciare la sua San Giovanni in Fiore per ordine del gip di Catanzaro e del Tribunale della Libertà che ha reputato consona la misura, il governatore Mario Oliverio non rinuncia a convocare i suoi nel locale circolo Pd.

Un appuntamento «tradizionale e a cui non vogliamo rinunciare», dice il governatore nel suo breve discorso, che inevitabilmente si trasforma per il politico - attualmente indagato per abuso d'ufficio e corruzione - in un momento per fare il punto su quanto fatto e per rivendicare «di aver sempre agito nel rispetto della legalità». Spesso parlando di sè in terza persona, di fronte ad una platea affollata, Oliverio parla degli obiettivi raggiunti dalla sua amministrazione, che sembra aver intenzione di continuare a guidare.  «Oliverio continua ad essere sulla stessa linea di rispettare il bene comune e la cosa pubblica e di aver agito e voler agire sempre nel rispetto della legalità. La legalità è sempre stata la nostra bussola e non saremo mai disponibili a mettere in discussione questi valori. Noi rispettiamo la giustizia, per questo senza ipocrisie e senza infingimenti noi percorreremo la strada della giustizia fino in fondo. Il lavoro che abbiamo fatto in questi anni è stato un lavoro difficile, in primo luogo improntato a bonificare le paludi - e sono diverse quelle che abbiamo trovato in questa regione - non senza ostacoli incomprensioni e spesso in solitudine. Governare una regione difficile come questa, con tante emergenze, con tanti problemi sociali, a partire dal lavoro, da larghe sacche di povertà, non è una cosa semplice. Farlo sostenuti da una maggioranza, ma senza soggetti politici a sostegno attivo, è molto difficile. Malgrado questo abbiamo raggiunto risultati importanti. Proprio oggi abbiamo fatto un comunicato perché la Calabria è la prima regione del Sud per la spesa dei fondi comunitari, perché le esperienze del passato ci dicono che spesso la Calabria ha rischiato di perdere le risorse, perché non in linea con gli obiettivi posti dall'Unione europea.  «Il target era 363 milioni di euro, noi ne abbiamo messi in circolazione 420 milioni. Sulla Psr, abbiamo realizzato traguardi importanti. Oltre il 38% delle risorse certificate, a riprova del fatto che anche in Calabria si possono fare certe cose. E tutto questo ha rimesso in moto l'economia, settori fondamentali dell'economia. I risultati che rilevano lo Svimez e la Banca d'Italia e altri istituti, rispetto ai trend negativi degli anni passati, sono legati a questi fondi. Ai nostri giovani che avevano diritto ad una borsa di studio nelle università calabresi e prima venivano tagliati fuori perché si raggiungeva a stento il 34%, abbiamo garantito il diritto allo studio. E sono quelli delle famiglie più povere. Noi abbiamo fatto una scelta. Abbiamo investito sulle nostre università, per quanto riguarda l'agricoltura, abbiamo finanziato mille giovani, abbiamo finanziato i Comuni in diversi campi, abbiamo finanziato la messa in sicurezza degli edifici scolastici, stiamo realizzando l'ammodernamento di importanti infrastrutture come le ferrovie ioniche,  abbiamo finanziato sostegni alle imprese e agli artigiani, abbiamo lavorato per consentire ai disoccupati di trovare un lavoro attraverso 4800 tirocini formativi presso i Comuni, cui sono da aggiungere quelli presso le strutture del ministero della Giustizia e dei Beni Culturali. In totale sono circa 10mila. Abbiamo lavorato per stabilizzare i precari Lsu-Ipu, giovani e non solo giovani che erano abbandonati al loro destino. Oggi, malgrado le difficoltà, sono sulla strada della stabilizzazione, abbiamo avviato un percorso e ci stiamo lavorando. Noi abbiamo lavorato, assorbiti notte e giorno, da questo impegno. E lo abbiamo fatto sempre nel pieno rispetto della legalità. Perché da quando Oliverio è presidente della Regione, la Regione non ha fatto neanche una gara d'appalto, tutto è stato delegato ai Comuni, alle Province, alle Università, perché abbiamo scelto di liberare la Regione da funzioni gestionali. Abbiamo messo la Regione, che era nel pantano, sulla strada del recupero e del cambio di passo. Molti in questi giorni dicono "Tanto non si può fare, in Calabria c'è una maledizione". lo non lo credo. La Calabria è una regione più tormentata delle altre ed ha problemi diversi, ma che si possono affrontare. Ve lo dico in un momento difficile. In questo momento, sarebbe più semplice farsi prendere dalla rabbia, da un sentimento di rinuncia e rassegnazione, ma per me in Calabria non c'è una maledizione. Anche in Calabria si può fare. La maledizione in Calabria sono quei calabresi che pensano di amarla a modo proprio. La Calabria si ama se si lavora per far prevalere la parte positiva, sconfiggere la parte negativa. Non basta solo correggere i vizi, bisogna far esprimere le virtuosità. Quindi, in questo momento triste, difficile, mi permetto di dire "Non bisogna mollare". Ho la convinzione profonda che la giustizia alla fine vincerà. Bisogna lavorare perché la Calabria positiva possa dispiegarsi pienamente, possa esprimere le sue potenzialità, perché solo così si potrà guardare con fiducia al futuro, solo così i nostri giovani smetteranno di partire. Il resto sono solo declaratorie fumose. Ai calabresi voglio dire che dobbiamo avere fiducia in noi stessi, anche quando la strada è irta di ostacoli, anche quando si presenta tortuosa, non bisogna scappare. Bisogna assumersi le proprie responsabilità e questo è possibile quando si ha la coscienza a posto. lo faccio questo discorso perché la mia coscienza è pulita. Lo dimostreremo nelle sedi opportune, ma dicendo esattamente quel che pensiamo, perché il diritto alla parola non ce lo caccerà nessuno».

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