Può sembrare una storia senza significato come tante altre! Invece..! Ricordo che qualcuno una volta mi disse: Quando preghi per la pioggia, semini odio, o peggio ancora, abusi del potere che rivesti, il fango, va messo in conto. Proteggere, servire, tutelare la legge, sono parole che oggi quasi nessuno mette in atto nel proprio lavoro quotidiano.
Il non rispetto dell’altro è una offesa sia per il corpo che per l’anima perché tende a sopraffare, ad umiliare l’altro. Siamo nel 1973, alla fine del corso di infermiere, superato con il massimo dei voti ed aiutato tanti altri. Giusta Delibera(1974) vengo assunto al Guido Compagna senza aver ricorso a raccomandazioni politiche. Avrei voluto e potuto fare altro come il desiderio di tanti, ma una volta assunto, ho sempre dato il meglio, per le mie competenze a chi stava male. Questo era il mio credo e lo fu per circa quaranta anni, è lo è ancora oggi. Dopo pochi mesi dall’assunzione, mi dovetti ricredere, mi resi conto che il mio decorso lavorativo, sarebbe stato ostacolato, in quanto ritenuto già allora da qualche gerarca fascista un comunista pericoloso da distruggere. Mi resi conto che la dignità umana, i bisogni del malato, i diritti dei lavoratori/trici erano negati dallo strapotere di professionisti considerati dei mamma santissima, i veri padroni del Guido Compagna, struttura all’epoca da spennare come una gallina dalle uova d’oro. Il paradosso è che gli abusi, tutti, ebbero l’appoggio servile della politica, dai cosiddetti Comitati di Gestione, covo allora, di persone falliti sia politicamente che socialmente. I politici di quel tempo, dovrebbero ricordarsi delle cosiddette compartecipazioni sulle analisi cliniche, sulle prestazioni radiologiche, sulle visite e su tanti altri servizi che fruttarono all’epoca ai Baroni del Guido Compagna di quei tempi, fior di centinaia di milioni delle vecchie lire, anche perché i tristemente CO. RE. CO. nati dopo il 1970, non svolgevano il loro compito di controllo, di disciplinare le leggi delle singole regioni con funzione di organo di governo, vigilare a garanzia sul sistema ospedale. Non lo fecero perché parti di questo organo istituzionale erano asserviti, in effetti, tutte le delibere che interessavano i signori del tempo, venivano portate a mano ed approvate, grazie a monte dal beneplacito dei componenti del comitato di gestione, incluso i vari presidenti. Da subito, per le mie idee politiche, per il mio carattere battagliero, solare, felice, onesto, capii che sarebbe stato difficile, ma non impossibile arginare il loro strapotere, anche perché, non avrei avuto sconti, non sarei stato trattato al pari dei tanti raccomandati che andarono ad occupare ruoli non dovuti poiché privi dei requisiti o analfabeti. In parole chiare: All’epoca era impossibile trovare una conciliazione benefica tra la mia mentalità e la loro che impediva a chi era al di là della barricata di essere accettato e permettere di dare linfa ad un rapporto tra persone civile. Dovevo scegliere: Andarmene o rimanere. Rimasi, sopportando condizioni e luoghi di lavoro che qualcun’altro non avrebbe retto. Non permisi però mai a nessuno di umiliarmi, tanto meno mettere in discussione il mio lavoro, le mie capacità sia intellettive che umane. Da subito capii che se volevo restare, dovevo resistere, alzare una diga fra me e il loro smisurato potere, propensi a non fare sconti a chi osava mettere minimamente in discussione il loro abuso di potere. Gli era permesso tutto, calpestare anche la dignità umana per quei pochi che c’è l’avevano. Gli anni passarono, ma andai avanti, arginandoli con le mie sole forze a disposizione, anche perché, non c’era nessuna forza politica a prendere le difese, gli interessi dei lavoratori, maggiormente di un comunista. Arrivarono ad impedirmi di entrare in sala operatoria ed in laboratorio analisi, come fossi un lebbroso. Luoghi questi, all’epoca ad appannaggio esclusivo di quattro abituati a comandare, lo hanno fatto anche in seno alle amministrazioni comunali (D.C- P S I- PLI – PSDI - PRI), negando il futuro al territorio, sia come sviluppo urbanistico, culturale, relegando i cittadini nel baratro di una sanità da quarto mondo. Il dilemma, è che qualcuno di questi, ancora in vita, oggi portano la tessera del PD locale, convertendosi alla sinistra. Il fatto che dovrebbe indignare di più tanti padri di famiglia onesti è che tutti i loro figli/e sono tutti sistemati chi ALL’SP/CS E CHI ALLA REGIONE. Le sorti, cambiarono, quando qualcuno di loro, andò in pensione. Per gli anni che rimanevano (circa 20 anni) per andarmene in pensione, le mie capacità, furono considerate per quelle che valevano, fu un periodo tranquillo, no di stress e per questo feci molte altre cose che di norma non mi competevano, li feci ben volentieri per dare sollievo a chi soffriva e per dimostrare ai tanti (pillizzuni) il mio valore, le mie capacità. Questo senso di quiete venne infastidito nel 2008, quando con prove alla mano, denunciai tramite stampa le inadempienze, gli abusi di sanitari, che essendo per la struttura ammalati nei fatti andavano a prestare lavoro presso altre strutture pubbliche. Le reazioni, non si fecero attendere, fui raggiunto da 8 denunce per un articolo di giornale, sempre lo stesso e dove più giudici (G.I.P.) mi rinviarono per sette volte a giudizio, seppure le prove erano minuziosamente documentate. Per 10 anni, ho convissuto con una giustizia lenta, farraginosa, all’Azzeccagarbugli con i deboli, affrontando trenta udienza penali in diversi tribunali: Rossano- Cosenza- Catanzaro- Catrovillari- Corte di Cassazione. Tutte le sentenze emesse in questi anni (2008- 2018) furono a mio favore, sempre assolto con formula piena: Perché il fatto non sussiste. Oggi, a dispregio di quella classe politica, maggiormente di sinistra, anche quella radicale che tifavano apertamente contro, affinché io venissi condannato, posso dire di esserne fiero. Se ne facciano una ragione, continuerò ad esserci a livello politico, ad incominciare dalle prossime elezioni amministrative Corigliano- Rossano. Si rassegnino, non saranno certamente le offese di qualche personaggetto politico a farmi paura. Nel frattempo, se ne sono capaci, mettano in campo idee politiche serie, progetti, soluzioni tendenti a recuperare quella credibilità politica, morale, etica e cognitiva oramai persa agli occhi del popolo. …
Movimento centro storico. Corigliano Calabro Luzzi Giorgio.