Fusione/contributi, come si fa a dire che il problema non sono i 10 milioni (che in verità diventerebbero 100 milioni su base decennale), ma la capacità progettuale di intercettare importanti finanziamenti per lo sviluppo del territorio, così confondendo cose tra loro diverse, pur se entrambe essenziali?

È quanto dichiara Nicola CANDIANO, già assessore al bilancio dell’originaria Comune di ROSSANO definendo incomprensibile come si faccia a non convergere verso l’obiettivo di maggiori risorse per consentire a chiunque vincerà le elezioni nella prossima Primavera di governare meglio ed in maggiore tranquillità, specie in un momento di neutralità politica determinato dalla gestione commissariale. I contributi statali per la fusione che – continua – vanno incrementati per logica giuridica e giustizia distributiva, entrano nella parte corrente del bilancio del nuovo ente, cioè possono essere utilizzati e spesi per l’erogazione dei servizi e per cominciare a creare la nuova macchina organizzativa di cui c’è tanto bisogno.Ritengo difficile – aggiunge – poterne fare a meno in misura adeguata per dare le risposte che i cittadini si attendono per le loro esigenze di vita quotidiana. Al contrario, gli altri finanziamenti sui progetti vanno nella parte degli investimenti, sono a destinazione vincolata e non danno alcun margine di flessibilità per una loro diversa allocazione. Essendo, la fusione, una sfida per il futuro occorrerà fare affidamento sulla nascita e sulla crescita di una nuova classe dirigente che sia all’altezza del compito. Ma evocarla non significa crederci. Confidiamo, quindi, sul fatto che le giovani ed i giovani più sinceri, entusiasti e capaci che nel prossimo futuro vorranno avvicinarsi e cimentarsi con l’impegno politico e civico, comprenderanno bene i luoghi da evitare, quelli dove si trova incoerenza a buon mercato ed incompetenza a piene mani. Solo qualche mese fa – ricorda l’ex assessore – un movimento che presume di avere coraggio addirittura per cambiare non solo la nostra realtà territoriale ma addirittura l'intera Nazione esultava alla notizia che nella legge di bilancio 2018 la percentuale del contributo statale decennale alla fusione dei comuni era stata aumentata dal 50% al 60% dei trasferimenti erariali riferiti all’anno 2010. Un vero e proprio giubilo perché – si scriveva – era la prova che la scelta fusionista era stata giusta e cominciavano a crearsi le condizioni per la “ristrutturazione e l'equiparazione dei servizi nella città unica". Esattamente il contrario di quanto afferma oggi. Entusiasmo del tutto inutile – prosegue – perché non ci si avvedeva che quella modifica alla norma non avrebbe apportato alcun beneficio a Corigliano Rossano, che godevano nel 2010 di trasferimenti per oltre 10 milioni di €uro, in quanto neutralizzata dalla contemporanea previsione di un limite massimo di erogazione di due milioni l'anno. Insomma una notizia sbagliata nei modi e propagandistica. Il problema per la nostra fusione non era e non è l'aumento dell'aliquota del contributo, ma la rimozione del limite massimo. Ebbene, invece di prendere atto di ciò e spendere un po' di coraggio per cambiare in tal senso la norma, si preferisce polemizzare sul nulla, senza un minimo di coerenza e per obiettivi ben distanti dal bene comune. Così, ciò che pochi mesi fa era “una risorsa preziosa per fare della nuova città una realtà virtuosa”, oggi – chiosa CANDIANO –  confondendo per vizio insopprimibile il diritto con il favore e le battaglie sociali con il servilismo diventa “accattonaggio erariale”: espressione che immagino sia già allo studio dell’Accademia della Crusca per l’inserimento ufficiale nel gergo politico più raffinato.

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