L’Ospedale nuovo della Sibaritide deliberato dall’anno 2006 in ambito regionale assieme ad altri due Ospedali, dopo 10 anni persi, ha preso l’avvio materiale con i lavori in corso. Si spera che continuino e offrano alla nuova Città e al Territorio della Sibaritide, un servizio degno di tale nome, facendo cessare dispute inutili che animano i concittadini in buona fede sobillati dal bisogno di sanità mancante e dall’abbandono di sempre. Ascoltate!
A sobillare sono gli stessi che poco hanno fatto e mai nulla ideato per lenire la contrapposizione tra le nostre due Comunità, oggi, fusesi su alcuni presupposti tra i quali il Nuovo Ospedale. Esso fu concepito dall’Azienda Sanitaria che era sul nostro Territorio e da un Direttore Generale, Giuseppe Carbone (un mio caro amico con le palle) che proprio in vista dell’unire, del servire, dell’amare, del donare AL DI SOPRA DI OGNI INTERESSE PERSONALE, scelse quel luogo a Insiti, mediano tra le Due Città dove lo condussi, per collocarvi l’Opera simbolo di quell’idea vincente di nuovo Ospedale e di Fusione. Ricordiamolo! Carbone, da DG a Modena, costruì e fece finanziare ben due di Ospedali gemelli, sorti a Baggiovara e a Sassuolo nel modenese, nell’arco di tre soli anni ciascuno. E avrebbe fatto la stessa cosa qui se non fosse stato rimosso; se con lui non fosse stata rimossa, notte tempo, anche la nostra Azienda, la più grande e la più efficiente di Calabria, nella Provincia più vasta d’Italia. Fu un vero colpo di mano che impedì di avere entro la fine di quel decennio 2010 l’Ospedale attuato. Lo impedì la scaltrezza di chi volle rifare un progetto ampiamente sperimentato; l’inutile perder tempo ad aspettare gli altri due Ospedali che erano in alto mare; la perenne melina regionale durata 10 anni. Oggi sembra che si sia tornati alla realtà della costruzione. Ma sarà vero? O si farà la fine di altre opere pubbliche incompiute sparse per la Provincia? Non si sa. Nel frattempo litighiamo per una mezza corsia di “medicina” o per un’altra mezza di “chirurgia”, per una gamba rotta, per una gastroscopia che dobbiamo andare a fare altrove, per l’assenza dell’emodinamica e di qualsiasi assistenza territoriale. È questa la fallita sanità? Qualcuno dice sia colpa della Fusione, come la pioggia, la tromba d’aria, le erbacce o le munnizze, la mancanza d’acqua. Tutte cose che prima della Fusione c’erano? No, non c’erano insieme ai soliti cialtroni del tipo … nel 2017 in una riunione del Comitato tenuta appositamente dai Padri Salesiani in Via Provinciale, ci fu un assessore che a proposito della nuova strada veloce tra Insiti e Corigliano (già munito di finanziamento della Provincia e da noi rivendicato con forza) ci fu detto che l’opera era stata appaltata e che c’era solo un problema di acque bianche da canalizzare non previsto in progetto esecutivo. Noi ci credemmo e sperammo … ma la verità è che quel signore mentiva insieme al suo Sindaco e che l’appalto riguardava non l’esecuzione dell’opera ma la sola progettazione esecutiva e non altro e che tuttora quella strada è in alto mare. Questi gli uomini che continuano a minare insieme alla deputazione 5 Stelle (già contro la Fusione) quel Progetto e quella spinta salvifica per il nostro Territorio. Sia chiaro che sappiamo che dietro queste vicende di conflitti sanitari e di lotta tra poveri, ci sono loro a fomentare. Ma non vinceranno e le loro minacce sono la prova di loro miserevolezza. Corigliano-Rossano non meritava così poco dal grande risultato nazionale del 4 marzo 2018. Ma tant’è dobbiamo prenderne atto e proseguire il nostro cammino che non si fermerà come non si può fermare la Storia perché esistono il Male e il Demonio ma su di essi prevarranno il Bene e la Santità che sono i Primi, comunque li si interpreti. Lasciamo i bugiardi impenitenti alle loro miserie, rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo per il Bene di tutti per ottenere il nuovo Ospedale, per riavere l’Azienda Sanitaria, il Tribunale e tutto quello che spetta al nostro Territorio-Area Vasta che è di fatto una Provincia con un capoluogo Corigliano-Rossano che è diventata, grazie al voto del 22 ottobre 2017, la terza Città di Calabria dopo Reggio e Catanzaro e non sono chiacchiere. Non chiamiamo più i nostri Ospedali transeunti, altro che con il loro nome: Compagna e Giannettasio di Corigliano-Rossano. Poi battiamoci per l’incremento del trasporto pubblico locale verso di essi e per realizzare le relative viabilità cosa che i furbetti, come dimostrato, non hanno mai voluto fare negli anni precedenti la Fusione. Non solo chiediamo con forza di aumentarne anche le dotazioni e i servizi che è sempre meglio che andare a Cosenza o a Crotone o, peggio, migrare, perdendo utenza e risorse in favore di altri che ulteriormente le recepiscono. Il gioco è chiaro: la sanità qui non la fanno funzionare, specie dopo la soppressione dell’Azienda; gli utenti diminuiscono; le statistiche andranno a favore di altri presidi che si rafforzano a nostro danno. Con la Nuova Città se ci “armiamo bene” questi argomenti non possono funzionare più ma dobbiamo rivendicare il nostro e non litigare sul Territorio. NOI CI SIAMO E CI SAREMO NEL MOVIMENTO MA SENZA L'AIUTO POPOLARE, È TEMPO PERSO. OCCORRE IMPEGNO E PROTAGONISMO DIRETTO che SI CHIEDONO alle generazioni adulte per lasciare qualcosa di positivo alle successive, a misura di come i nostri Padri hanno fatto con noi e di come noi ci dobbiamo fare con i nostri figli, attraverso questa grande catena generazionale e quest'Opera di potestà che è la NUOVA CITTÀ di CORIGLIANO ROSSANO. Tutta da creare. Tutta da costruire come fece, simbolicamente, il Popolo di Dio con Mosè e dopo Mosè.
IL COORDINATORE AMERIGO MINNICELLI