Nei Compartimenti marittimi della Calabria il Fermo Pesca obbligatorio 2017 è per trenta giorni consecutivi dall’11 settembre al 10 ottobre 2017. Il 2017 sarà ricordato come un fermo pesca obbligatorio abbastanza “complicato” non solo perché non scioglie un nodo che il settore si trascina sin dal 1987.
Ovvero, una vecchia questione, se debba essere il fermo pesca un ammortizzatore sociale oppure uno strumento di gestione del settore. Se deve avere il supporto della ricerca applicata, insieme all'esperienza dei pescatori, per individuare periodi e specie da salvaguardare. Per aree omogenee sarebbe ottimale, oppure per GSA. Ammortizzatore sociale o strumento di gestione del settore? Tuttavia,al momento, registriamo continui torti nei confronti del pescatori per non aver avuto ancora liquidate le indennità, previste per legge, dopo aver effettuato i fermo pesca obbligatori negli anni 2015 e 2016. Qualcuno si dovrebbe chiedere come possono tirare avanti questi lavoratori del mare che si son dovuti fermare obbligatoriamente, quindi almeno trenta giorni senza lavorare, ma con l’obbligo per loro e, soprattutto, per le loro famiglie di incombenze quotidiane da soddisfare? Si dice che sono in via di liquidazione ma, per intanto, come possono tirare avanti? E la Regione Calabria a tutela di questi lavoratori che dice? Non dovrebbe assumere iniziative e intervenire nelle sedi opportune per far liquidare un diritto già acquisito da tempo dai pescatori? E poi non sarebbe opportuno, visto la facoltà prevista dal decreto di assumere iniziative attivando le misure del FEAMP, cercare di coinvolgere gli operatori del settore con la convocazione della Commissione Consultiva Regionale della Pesca ai sensi della L.R. n.27/2004? Infine, attenzione alle Misure tecniche previste dall’art.3 e quelle del post fermo art.4 del decreto (divieto nello ionio di pescare a profondità inferiore a 60 metri e i M/P fino a 15 metri “sono autorizzate a pescare fuori le 4 miglia”).{jcomments on}
Salvatore Martilotti Esperto Settore Ittico