Di Giuseppe Galati - Deputato

Le fusioni tra Comuni sembrerebbero rappresentare la nuova frontiera di sviluppo tra realtà omogenee o tra di loro confinanti.

 Ci troviamo di fronte a una tendenza in continuo itinere negli ultimi anni se si considera che nel 2017 in Italia sono stata approvate 14 fusioni di comuni per un totale di 31 soppressi, mentre nel corso del 2016 sono state 29 le fusioni di comuni e 75 i soppressi. Nel 2015 sono state 7 le fusioni di comuni e 17 i soppressi, mentre nel 2014 sono stati istituiti 24 nuovi comuni e ben 57 quelli soppressi a fronte dei due nuovi comuni sorti nel 2013 e la conseguente soppressione di 4. Già per il 2018 è prevista l’istituzione di 9 nuovi comuni mediante processi di fusione e la soppressione di 22 comuni. I Comuni italiani sono passati dagli 8.092 del 31dicembre 2012 agli attuali 7.978. Anche la Calabria non è rimasta immune da questo processo in quanto nell’ultimo anno è stato costituito il nuovo comune dei Casali del Manco, il quale è nato dalla fusione dei Comuni di Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Spezzano Piccolo e Trenta, mentre il referendum consultivo del 22 ottobre scorso ha decretato la vittoria del “Sì” alla fusione tra Corigliano e Rossano. Quest’ultima, però, prima di concretizzarsi definitivamente attende gli ulteriori passaggi istituzionali che potrebbero probabilmente portare alla nascita di una popolosa realtà urbana. Resta da capire come potrebbe configurarsi nei prossimi anni, in Italia e in Calabria, la nuova geografia territoriale, che andrebbe, così, riscritta, e quale peso potranno avere le nuove realtà territoriali sia nel contesto regionale che nelle province di appartenenza. In Calabria potremmo trovare nella stessa provincia di Cosenza, tanto per citare qualche esempio, una realtà nascente, quella di Corigliano e Rossano di 77mila abitanti (ancora l’iter è da completare) che conterà 10mila abitanti in più del capoluogo bruzio. Sicuramente un’anomalia che andrebbe studiata e approfondita per capire le eventuali ricadute sul piano locale, politico e istituzionale. Allo stesso modo Lamezia Terme, oggi terza città della Calabria, sorta nel 1968 dalla fusione di tre ex Comuni su iniziativa del senatore Arturo Perugini, potrebbe dare vita oggi a un ulteriore processo di fusione con le numerose realtà confinanti, come lo stesso potrebbe avvenire per Cosenza, Rende e Castrolibero. I processi di fusione dovrebbero certamente favorire sinergie e sviluppo del territorio, ma allo stesso modo pongono interrogativi sul futuro assetto territoriale della nostra Regione e sull’incidenza che le nuove realtà potranno avere sul territorio calabrese.

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