È un giorno di festa per la Calabria intera e per la città che ha dato i natali al beato Angelo d’Acri che da oggi è tra i nuovi Santi.

In piazza San Pietro, Papa Francesco ha innalzato agli altari il beato nato ad Acri sotto in nome di Luca Antonio Falcone il 19 ottobre del 1669. Il secondo santo calabrese dopo la canonizzazione di San Francesco di Paola avvenuta circa 500 anni addietro.  Il Papa lo ha dichiarato Santo durante la messa la messa in Piazza San Pietro per la canonizzazione di 35 nuovi santi. «I Santi canonizzati oggi, i tanti Martiri soprattutto - ha sottolineato papa Francesco -, indicano questa via. Essi non hanno detto “sì” all'amore a parole e per un po', ma con la vita e fino alla fine. Il loro abito quotidiano è stato l'amore di Gesù, quell'amore folle che ci ha amati fino alla fine, che ha lasciato il suo perdono e la sua veste a chi lo crocifiggeva». LA VITA Sant’Angelo d’Acri  a 18 anni decise di farsi Frate Minore Cappuccino, ordinato sacerdote si diede alla predicazione. Dal 1702 al 1739, anno della sua morte, percorse instancabile tutta la Calabria e buona parte dell'Italia meridionale, predicando e tenendo esercizi spirituali e missioni popolari. Trascorreva anche molte ore nel confessionale non stancandosi di ascoltare i peccatori.  Sant'Angelo D'Acri è stato un grande predicatore nel Sud d'Italia, da Napoli fino a tutta la Sicilia, che riusciva ad arrivare alla gente con parole semplici, riuscendo a conquistare i cuori della gente. Ad Acri un grande Santuario custodisce il suo corpo. Papa Leone XIII lo beatificò il 18 dicembre 1825. Ciò che accomuna il profilo dei nuovi Santi, aveva detto il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi al Concistoro del 20 aprile, è «l'annuncio» da loro offerto e per molti di loro pagato con la vita, «del volto tenero e misericordioso di Dio». IL MIRACOLO Il miracolo che ne ha permesso la canonizzazione risale al 2010, quando un ragazzo che allora aveva 17 anni, dopo un incidente su un "quad", si è schiantato contro un palo della luce ed è entrato in coma, per poi risvegliarsi in maniera repentina dopo che tutta la comunità che lo vegliava - non soltanto la sua famiglia - aveva portato accanto al suo letto di ospedale una reliquia del beato. Dopo soli due mesi, nonostante la commozione cerebrale fosse di grave entità, il ragazzo ha recuperato in pieno tutte le sue funzioni e ha preso il diploma di ragioniere.
Oggi è stato quindi un momento di grande gioia per tutti i calabresi.

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