di Gennaro De Cicco
È in programma sabato 27, alle ore 17.30, presso il Centro culturale Girolamo De Rada, su iniziativa dell’Associazione Culturale “Zjarri Papàs Giuseppe Faraco” e con il patrocinio del Comune di San Demetrio Corone – il convegno sul tema: “Pratiche rituali legate alla commemorazione dei defunti nella tradizione bizantino-arbëreshe” (Si mbami mend të vdekurit me ritet tona arbëreshë).
Dopo l’introduzione del Presidente dell’Associazione organizzatrice dell’evento, Pasquale De Marco, seguiranno i saluti istituzionali del Sindaco Ernesto Madeo e gli interventi di Francesco Altimari (Docente di Albanologia all’ Università della Calabria) su: “Pse e Shtunë e Shales” e del giornalista Adriano Mazziotti su: “La memoria storica sandemetrese attraverso le lapidi funerarie”. L’incontro si concluderà con la proiezione del documentario “La Festa dei Morti a San Demetrio Corone”, regia di Demetrio Salvi (1990), prodotto dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. “La Commemorazione dei defunti – scrive in una nota il Presidente De Marco – è la ricorrenza religiosa più sentita nelle comunità arbëreshe di rito greco – bizantino. Una “festa mobile” che “cade” il sabato antecedente la domenica di Carnevale, quindici giorni prima della Quaresima. E viene poi celebrata anche la vigilia della Pentecoste. Si riallaccia, per molti versi, alle Antesterie degli antichi greci (Feste dei fiori celebrate ad Atene in onore di Dionisio) ed alle Febbriale latine che si svolgevano nel periodo in cui l’inverno è agli sgoccioli e la natura si risveglia e rinasce. Una ricorrenza ricca di simbolismi, che, in sintonia con l’intero ciclo liturgico orientale, inneggia alla vita e alla resurrezione e, non a caso, si celebra all’inizio della primavera. Elementi religiosi e tradizioni laiche sin intrecciano tra loro nell’eterno tentativo di esorcizzare la morte. E i riti durano un’intera settimana (Java e përgatorvet). Il Sabato successivo alla commemorazione dei defunti, chiamato “E shtune e Shales”, le anime dei defunti dopo una settimana trascorsa nei luoghi d’origine e tra le persone care, devono mestamente far ritorno nei sepolcri. Ed è questa una giornata di immensa tristezza. Recita infatti un proverbio arbëresh “Il sabato dei morti sia il benvenuto, ma quello di Shala non venga mai”.