Da lunedì 22 gennaio e fino a sabato 3 febbraio la Comunità Salesiana coriglianese sarà in festa per ricordare la figura e l'opera del suo fondatore: San Giovanni Bosco.

La Comunità guidata da don Natalino Carandente ha organizzato tutta una serie di iniziative che hanno lo scopo di rinnovare e far conoscere a giovani e meno giovani la figura di don Bosco, grande apostolo dei giovani, fu loro padre e guida alla salvezza con il metodo della persuasione, della religiosità autentica, dell’amore teso sempre a prevenire anziché a reprimere. Sul modello di san Francesco di Sales il suo metodo educativo e apostolico si ispira ad un umanesimo cristiano che attinge motivazioni ed energie alle fonti della sapienza evangelica. Fondò i Salesiani, la Pia Unione dei cooperatori salesiani e, insieme a santa Maria Mazzarello, le Figlie di Maria Ausiliatrice. Tra i più bei frutti della sua pedagogia, san Domenico Savio, quindicenne, che aveva capito la sua lezione: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri doveri”. Giovanni Bosco fu proclamato Santo alla chiusura dell’anno della Redenzione, il giorno di Pasqua del 1934. Il 31 gennaio 1988 Giovanni Paolo II lo dichiarò Padre e Maestro della gioventù, “stabilendo che con tale titolo egli sia onorato e invocato, specialmente da quanti si riconoscono suoi figli spirituali”. Ricordiamo che l'Opera salesiana "La casa dei giovani" qui di Corigliano Calabro  è stata inaugurata il 25 maggio 1997. Essa costituisce il, punto di riferimento di una presenza aperta sul territorio e nella chiesa locale da parte dei Salesiani di don Bosco e della Famiglia Salesiana. La presenza dei salesiani in forma stabile a Corigliano risale al 10 Ottobre 1994, giorno dell'arrivo dei primi due salesiani, che si stabiliscono come sede provvisoria presso la Parrocchia di S. Antonio nel Centro Storico e fanno vita comune insieme al parroco diocesano e collaborano nella pastorale giovanile della zona. Da lì comincia a svilupparsi il servizio al territorio e alla chiesa locale, nella forma di un primo Oratorio per il Centro Storico, con attenzione privilegiata alla gioventù, specie i minori, a rischio di devianza e coinvolgimento in attività criminose. Dal '94 al '97 si procede alla progettazìone e alla realizzazione del nuovo Oratorio Centro Giovanile che diverrà "la casa dei giovani", a Corigliano Scalo, punto strategico sia dal punto di vista geografico per l'intero comune, sia dal punto di vista aggregativo, i giovani infatti scelgono come punto di aggregazione serale proprio un'area specifica dello Scalo. Una presenza che ha radici nel tempo La casa dei giovani, Oratorio Centro giovanile P. Albino Campilongo, è dedicata alla figura e alla memoria di don Albino Campilongo, sacerdote salesiano che ha operato tra gli anni 80 e 90 nella Diocesi di Rossano e con la sua azione ha promosso un ampio movimento di aggregazione giovanile denominato "Orizzonti giovani", sviluppatosi particolarmente sulla città di Corigliano. Da questo movimento è sorto prima il gruppo di Cooperatori Salesiani e poi anche il movimento di gente, famiglie e giovani, che hanno operato per la venuta dei salesiani nella città e la creazione di un Centro per i giovani. "La casa dei giovani" secondo la tradizione di presenza educativa salesiana vuol essere per la gioventù della città "casa" in cui ci si sente a proprio agio e ci si riscopre amati, "cortile" in cui si gioca e ci si incontra tra amici, "scuola" di iniziazione alle responsabilità della vita, "chiesa " entro cui sentirsi accolti e vivere l'esperienza liberarante dell'incontro con Gesù di Nazareth.

Grande apostolo dei giovani, fu loro padre e guida alla salvezza con il metodo della persuasione, della religiosità auL'Opera salesiana "La casa dei giovani" è stata inaugurata il 25 maggio 1997. Essa costituisce il, punto di riferimento di una presenza aperta sul territorio e nella chiesa locale da parte dei Salesiani di don Bosco e della Famiglia Salesiana. La presenza dei salesiani in forma stabile a Corigliano risale al 10 Ottobre 1994, giorno dell'arrivo dei primi due salesiani, che si stabiliscono come sede provvisoria presso la Parrocchia di S. Antonio nel Centro Storico e fanno vita comune insieme al parroco diocesano e collaborano nella pastorale giovanile della zona. Da lì comincia a svilupparsi il servizio al territorio e alla chiesa locale, nella forma di un primo Oratorio per il Centro Storico, con attenzione privilegiata alla gioventù, specie i minori, a rischio di devianza e coinvolgimento in attività criminose. Dal '94 al '97 si procede alla progettazìone e alla realizzazione del nuovo Oratorio Centro Giovanile che diverrà "la casa dei giovani", a Corigliano Scalo, punto strategico sia dal punto di vista geografico per l'intero comune, sia dal punto di vista aggregativo, i giovani infatti scelgono come punto di aggregazione serale proprio un'area specifica dello Scalo. Una presenza che ha radici nel tempo La casa dei giovani, Oratorio Centro giovanile P. Albino Campilongo, è dedicata alla figura e alla memoria di don Albino Campilongo, sacerdote salesiano che ha operato tra gli anni 80 e 90 nella Diocesi di Rossano e con la sua azione ha promosso un ampio movimento di aggregazione giovanile denominato "Orizzonti giovani", sviluppatosi particolarmente sulla città di Corigliano. Da questo movimento è sorto prima il gruppo di Cooperatori Salesiani e poi anche il movimento di gente, famiglie e giovani, che hanno operato per la venuta dei salesiani nella città e la creazione di un Centro per i giovani. "La casa dei giovani" secondo la tradizione di presenza educativa salesiana vuol essere per la gioventù della città "casa" in cui ci si sente a proprio agio e ci si riscopre amati, "cortile" in cui si gioca e ci si incontra tra amici, "scuola" di iniziazione alle responsabilità della vita, "chiesa " entro cui sentirsi accolti e vivere l'esperienza liberarante dell'incontro con Gesù di Nazareth.tentica, dell’amore teso sempre a prevenire anziché a reprimere. Sul modello di san Francesco di Sales il suo metodo educativo e apostolico si ispira ad un umanesimo cristiano che attinge motivazioni ed energie alle fonti della sapienza evangelica. Fondò i Salesiani, la Pia Unione dei cooperatori salesiani e, insieme a santa Maria Mazzarello, le Figlie di Maria Ausiliatrice. Tra i più bei frutti della sua pedagogia, san Domenico Savio, quindicenne, che aveva capito la sua lezione: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri doveri”. Giovanni Bosco fu proclamato Santo alla chiusura dell’anno della Redenzione, il giorno di Pasqua del 1934. Il 31 gennaio 1988 Giovanni Paolo II lo dichiarò Padre e Maestro della gioventù, “stabilendo che con tale titolo egli sia onorato e invocato, specialmente da quanti si riconoscono suoi figli spirituali”.

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